Forme mobili e moda, come cambia il Museo del Design Italiano

Milano, 25 ott. (askanews) - Il Museo del Design Italiano di Triennale Milano continua a cambiare: con il nuovo percorso espositivo, intitolato "Forme mobili", si vanno a esplorare le molteplici relazioni tra corpo, silhouette e movimento. Con una particolare attenzione rivolta alla moda. "Forme Mob...

Milano, 25 ott.

(askanews) – Il Museo del Design Italiano di Triennale Milano continua a cambiare: con il nuovo percorso espositivo, intitolato “Forme mobili”, si vanno a esplorare le molteplici relazioni tra corpo, silhouette e movimento. Con una particolare attenzione rivolta alla moda. “Forme Mobili – ha detto ad askanews Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano – è un nuovo capitolo, è la volontà di includere nuove merceologie nella collezione del Museo del Design italiano perché erano maturi i tempi per raccontare al grande pubblico le ricerche che stiamo conducendo da più di quattro anni e negli ultimi due anni anche nei confronti della moda.

Forme mobili è il sinonimo di una triade che dall’abito racconta un’abitudine e dall’abitudine vive nello spazio di un abitacolo. Questa tripartizione è l’esplosione di un paradigma che si vede non soltanto negli abiti in movimento, ma anche nell’inclusione della nautica e dell’illustrazione”.

Colorato, affascinante, meno “museale” e più “reale”, il nuovo percorso dà una forma all’idea che è alla base della Triennale, ossia il confronto tra i diversi linguaggi creativi, soprattutto quelli applicati.

“Io credo che questa nuova edizione del Museo del Design – ha aggiunto Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano – sia fin in fondo nella storia e nella tradizione di un’istituzione come Triennale che ha sempre lavorato mettendo in scena come i diversi linguaggi si contaminano, ci siano interferenze. È chiaro che tra design e moda a Milano ci sono state corrispondenze e scambi continui, non solamente tra stili, poetiche, colori e materiali come vediamo in questa straordinaria sequenza, ma anche tra persone fisiche, donne e uomini che si sono incontrati, che hanno discusso, a volte polemizzato, tra cui ci sono stati amori e odi, ma in intensità unica”.

L’allestimento diventa un’infrastruttura in cui rimbalzano rimandi, corrono riferimenti, si riflettono ipotesi; un concetto che evoca traiettorie di lavoro e che espone filoni di ricerca. Oltre che tipologie di sguardo. “La moda – ci ha spiegato Luca Stoppini, progettista allestimento del museo e consulente scientifico del Dipartimento Moda della Triennale – viene approcciata dal punto di vista progettuale di disegno, per cui non è quella performance a cui siamo abituati, ma è l’analisi di quello che è il disegno, tutto il lavoro che c’è intorno a quello che è la progettazione e la realizzazione di un vestito”.

Al termine del percorso la sezione finale del museo è dedicata a progetti legati al contemporaneo, in questo caso con un focus sull’attività di Monica Bolzoni, designer di abiti e accessori e figura chiave del design e della progettazione della moda.