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Fondazione Edison: le FAB13 di Farmindustria crescono all'estero

Milano, 17 mar. (askanews) – L’industria farmaceutica italiana si distingue come uno dei settori trainanti del Made in Italy, e le FAB13, le storiche multinazionali a capitale italiano facenti parte di Farmindustria, confermano la loro centralità nell’innovazione, nella ricerca e nella crescita economica del Paese. E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto di Fondazione Edison presentato a Milano che ha evidenziato, tra l’altro, come queste imprese abbiano registrato un fatturato complessivo di 16,8 miliardi di euro, dei quali 12,8 realizzati sul mercato estero, il 76% del fatturato totale e il 100% della crescita degli ultimi 5 anni.

“Sono imprese che si sono sviluppate direi praticamente grazie soltanto al mercato estero e alle produzioni fuori dall’Italia perché il mercato italiano purtroppo è un mercato molto, diciamo, chiuso, con prezzi bloccati, quindi non aiuta molto lo sviluppo delle imprese farmaceutiche che hanno dovuto per forza puntare sui mercati internazionali” ha spiegato il vicepresidente e coordinatore della Fondazione Edison, Marco Fortis, aggiungendo che “lo hanno fatto con grande determinazione e per dare una sola idea, le imprese farmaceutiche, queste 13 imprese farmaceutiche a capitale italiano, hanno coperto per oltre un terzo il calo delle esportazioni italiane di tutti i prodotti verso la Germania intervenuti nel solo anno 2023. Quindi loro contributo all’export è importantissimo – ha proseguito” – stiamo parlando di circa 6 mld di euro di esportazione: per dare un’idea, noi in India, tutta l’Italia esporta 5,5 mld. Quindi la farmaceutica italiana, con le sue sue 13 principali imprese, è più importante di tutto l’export che facciamo verso l’India e poco di meno di quello che facciamo verso il Giappone.

Con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo, queste 13 aziende hanno consolidato la loro presenza internazionale, mantenendo, al contempo, la direzione strategica e decisionale in Italia, dove le vendite interne, al contrario di quanto accade sui mercati esteri, risultano stazionarie. “Il governo italiano – ha continuato Fortisi – dovrebbe avere una maggiore sensibilità nel comprendere che abbiamo dei settori strategici, di capitale italiano quindi non solo multinazionali straniere che hanno investito qui, ed è un patrimonio da tutelare perché mantiene la ricerca in Italia consolidano i bilanci in Italia, pagano le tasse in Italia e quindi anche sostenerne il loro sviluppo è un elemento fondamentale di politica industriale. E’ una forma di politica industriale – ha concluso – essere attenti alle esigenze delle imprese italiane”.

Queste realtà farmaceutiche contribuiscono in maniera determinate ad uno dei “sette” settori di eccellenza del Made in Italy, affiancando comparti strategici come la meccanica, l’alimentare e la moda. Significativo anche l’impatto sull’occupazione: sono infatti oltre 47mila le persone che oggi lavorano nel comparto, di cui quasi 15mila in Italia, con una crescita del 3% rispetto all’anno precedente. “Oggi è un incontro molto importante: unire le imprese che fanno farmaceutica italiane che danno un grande valore aggiunto al nostro Paese, la necessità di avere meno burocrazia, stiamo lavorando a Roma come nelle regioni per offrire un servizio migliore, anche nelle more della riorganizzazione della riforma dell’Aifa, dell’Agenzia italiana del farmaco” ha precisato Emanuele Monti, presidente Commissione Welfare di Regione Lombardia, membro del Cda di Aifa, spiegando che “ecco, in questa direzione, la sostenibilità, il futuro, la valorizzazione delle imprese che operano in Italia, e per chiudere, innovazione e ricerca. Due temi fondamentali sui quali con il governo e con il ministro Giorgetti stiamo lavorando – ha chiosato Monti – per mettere anche i fondi dedicati a questo”.

Il Rapporto di Fondazione Edison conferma non solo che queste 13 aziende sono un pilastro dell’industria farmaceutica italiana e internazionale, ma anche che il loro contributo all’economia nazionale è fondamentale sia in termini di crescita e occupazione, che per il posizionamento dell’Italia tra i leader globali del settore farmaceutico.