Roma, 9 apr. (Adnkronos Salute) – L'intelligenza artificiale "modificherà fortemente anche le modalità di prendersi carico della salute e gli interventi di assistenza. Comincerà l'epoca d'oro della medicina, con strumenti talmente efficaci da poter veramente dare tanta speranza a tanti malati, da poter risolvere tante malattie, ridurre tante sofferenze. Ma accanto a questo resteranno sempre le mani, gli occhi e la testa del medico: l'approccio e la conoscenza 'tradizionali' resteranno comunque la base". Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, concorda con le parole del direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità Europa, Hans Kluge, che in un'articolata intervista rilasciata all'Adnkronos Salute tocca anche il tema della portata rivoluzionaria dell'Ai per il settore.
Anelli evidenzia che con la tecnologia 'intelligente' "alcuni lavori, anche in ambito sanitario, probabilmente cambieranno o scompariranno, altri diventeranno ancora più importanti. Oggi per esempio – sottolinea all'Adnkronos Salute – dobbiamo insegnare ai chirurghi a fare gli interventi attraverso la robotica. Sempre di più i robot saranno 'autonomi' nello svolgere le operazioni chirurgiche, perché sono molto più precisi, riducono le conseguenze negative che possono esserci. Ma proprio perché si opera attraverso delle macchine, serve insegnare ai nuovi chirurghi – accanto alle tecniche più innovative – le vecchie metodologie, l'uso del bisturi, perché il controllo e la possibilità di intervento da parte del chirurgo, in caso di necessità, restano indispensabili", precisa Anelli.
L'Ai, quindi, "rappresenterà una svolta radicale e aprirà incredibili possibilità di cura, ma sicuramente – ribadisce il presidente Fnomceo – non significherà 'archiviare' il modo tradizionale di fare il medico, perché il rapporto col paziente deve rimanere assolutamente fondamentale e le metodologie tradizionali manterranno la loro utilità".