Roma, 24 giu.
(Labitalia) – "In questi mesi abbiamo assistito allo spostamento dei lavoratori dalla sede lavorativa a casa, per permettere alle aziende di continuare ad operare, un 'home working' dettato dall'emergenza sanitaria. Per avere un vero smart working serve un verto salto culturale, da parte di lavoratori e imprese, e di tutti gli attori coinvolti. Noi consulenti del lavoro ci siamo". Così Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, è intervenuto alla presentazione sulla piattaforma www.illavorocontinua.it del’indagine nazionale sullo ‘Smart working 2020: capire il presente per progettare il futuro’, promossa dall’associazione datoriale Cifa, dal sindacato Confsal e dal fondo interprofessionale Fonarcom e realizzata dal Centro studi InContra, con la collaborazione anche dei consulenti del lavoro.
Per De Luca "quella vista in questi mesi è stata una modalità dettata dall'emergenza, con aziende che si sono trovate anche impreparate a dotare i lavoratori di attrezzature adeguate, tanto che alcuni si sono trovati a dividere il pc con i figli che seguivano le lezioni on line o con il consorte anch'esso impegnato nel lavoro da casa".
Secondo il presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro "quindi si deve guardare per il futuro a uno smart working 'misto' con parte dei lavoratori in sede e altri a casa a rotazione.
Quel che è certo è che serve un salto culturale per portare il lavoro oltre l'emergenza Covid-19", conclude De Luca.