Un’accusa che scuote il cuore delle istituzioni francesi. Hélène Perlant, figlia del primo ministro François Bayrou, ha denunciato pubblicamente gli abusi subiti durante l’infanzia all’interno dell’istituto cattolico di Lestelle-Bétharram, nei Pirenei Atlantici. Le sue parole hanno innescato una reazione a catena che ora coinvolge direttamente il governo: il premier sarà ascoltato da una Commissione parlamentare nei prossimi giorni.
L’inchiesta, ancora in fase iniziale, si preannuncia come uno dei casi più delicati e politicamente esplosivi degli ultimi anni.
La figlia di Bayrou denuncia violenze in una scuola cattolica: le altre denunce
Oltre duecento le segnalazioni presentate da ex studenti per episodi avvenuti tra il 1957 e il 2018. Si tratta di racconti drammatici che parlano di violenze fisiche e psicologiche inflitte da insegnanti, personale ausiliario e membri del clero. Circa il 50% delle testimonianze riguarderebbe casi di violenza sessuale, compresi stupri.
Nonostante la gravità e l’estensione delle accuse, finora solo un ex sorvegliante è stato formalmente indagato per aver abusato sessualmente di un minore. Almeno una decina delle persone citate dai testimoni non sono più in vita. Tra queste, un ex direttore dell’istituto e un sacerdote accusato di aver ripetutamente violentato un bambino di 10 anni. Quest’ultimo era stato incarcerato nel 1998 con una misura cautelare, ma successivamente trasferito in Vaticano, dove si è tolto la vita.
Seppur con difficoltà, l’associazione delle vittime ha continuato a raccogliere le voci di chi avrebbe subito violenze. Le loro storie, ora raccolte in un libro di prossima pubblicazione in Francia, intitolato Silence de Bétharram (ed. Michel Lafon), rappresentano una memoria collettiva che nessuna prescrizione potrà cancellare.
La figlia di François Bayrou rompe il silenzio: violenze in una scuola cattolica
Colpita alle spalle, trascinata per i capelli lungo un corridoio, poi presa a calci e pugni fino a terra. È con queste immagini crude e indelebili che Hélène Perlant, primogenita del primo ministro francese François Bayrou, ha scelto di rompere un silenzio durato oltre trent’anni.
La violenza, racconta, risale agli anni della sua infanzia nell’istituto cattolico di Lestelle-Bétharram, una scuola situata nei Pirenei Atlantici, non lontano da Pau, la città di cui Bayrou è sindaco da decenni.
La sua testimonianza ha avuto l’effetto di un terremoto politico ed emotivo. Per il Premier si tratta di una ferita profonda – “un colpo al cuore”, come lo ha definito lui stesso – aggravata dal fatto che, negli anni ’90, ricopriva proprio il ruolo di ministro dell’Istruzione.
Sebbene la figlia, oggi 53enne, lo difenda affermando che all’epoca non fosse a conoscenza dei fatti, Bayrou sarà comunque chiamato a chiarire la sua posizione davanti a una Commissione parlamentare il 14 maggio. L’organo d’inchiesta sta cercando di far luce su il più vasto scandalo legato ad abusi, maltrattamenti e pedofilia mai emerso nel sistema educativo francese.