Roma, 12 ago. (Adnkronos Salute) – La settimana di Ferragosto si preannuncia come ricca di appuntamenti culinari per milioni di italiani in vacanza in Italia e all'estero. Purtroppo, a volte, questi momenti di convivialità in cui è legittimo togliersi qualche sfizio anche a tavola, si trasformano in malesseri che compromettono la salute dei vacanzieri. "Accanto a disturbi di natura infettiva, batterica o virale a cui è facile incorrere in occasione di viaggi all'estero con l'assunzione di acqua e alimenti privi di affidabili controlli sanitari, esistono potenziali rischi legati a una dieta scorretta – afferma la dottoressa Gloria Mumolo, gastroenterologa dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana e membro dell'Aigo, l'Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri) – La stessa variazione del regime alimentare, con l'introduzione di cibi non abituali può indurre una profonda variazione del microbiota. Alimenti ricchi di substrati fermentabili e non assorbibili (Fodmaps) come ad esempio pizza, pane e latticini freschi, soprattutto se consumati in abbondanza, così come le bevande gasate, aumentano il meteorismo".
"La riduzione di fibre può indurre o aggravare la stipsi, mentre la diarrea, oltre che da batteri e virus, può essere causata da molteplici fattori, tra cui le drastiche variazioni di temperatura tra un ambiente esterno molto caldo e ambienti interni climatizzati, non ultima l'assunzione di bevande molto fredde – prosegue Mumolo – La cattiva digestione che spesso affligge i vacanzieri può essere la conseguenza di pasti particolarmente abbondanti e grassi, soprattutto se consumati in fretta, mentre il reflusso rischia di essere indotto da un eccesso di alimenti come cioccolato, menta, cibi acidi (pomodori, agrumi, aceto) cibi piccanti o speziati, cibi grassi e caffè".
"Per non incorrere in questi errori, a volte banali, ma in grado di causare un profondo malessere, esistono programmi educazionali diretti a limitare e gestire le trasgressioni alimentari durante le vacanze. Di seguito le regole fondamentali: rispettare l'orario abituale del pasto per mantenere stabili i valori glicemici; evitare il carico di carboidrati: se il pasto ne contiene una porzione extra, sottrarne una quantità più o meno equivalente dalle altre portate (ad esempio pane o patate); evitare di saltare il pasto in previsione di un successivo pasto abbondante, come un pasto fuori casa poiché questo destabilizza i valori glicemici e aumenta il senso di fame con il rischio di successivo overeating; eventuali trasgressioni alimentari devono essere occasionali e seguite da pasti sani; in caso di pranzo al buffet, di solito pieno di una varietà di alimenti elaborati e/o processati, limitare la quantità e il numero dei cibi prelevati; iniziare con le verdure per ridurre il picco glicemico e indurre il senso di sazietà; mangiare lentamente, al cervello occorrono almeno 20 minuti per la consapevolezza della condizione di sazietà".
E ancora, "evitare o almeno limitare l'assunzione di alcolici; cercare di mantenere una attività fisica regolare che riduce l'impatto degli abusi alimentari sull'aumento di peso e sul metabolismo; evitare le alterazioni eccessive del ritmo sonno veglia che aumenta lo stress dell'organismo e riduce il controllo glicemico; è inoltre accertato che le ore di veglia forzata favoriscono il consumo di cibi ricchi di grassi e zuccheri (il cosiddetto mindless eating); il monitoraggio regolare del peso corporeo è una riconosciuta strategia preventiva per l'aumento di peso non controllato", concludono i gastroenterologi.