Saranno almeno trenta i testimoni contro Filippo Turetta chiamati nell’ambito del processo per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Tra loro le amiche, la sorella e i poliziotti.
Femminicidio Giulia Cecchettin: ci sono trenta testimoni contro Turetta
Saranno almeno trenta i testimoni chiamanti nell’ambito del processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Contro Filippo Turetta testimonieranno 14 agenti di polizia giudiziaria che hanno eseguito le indagini, ma ci saranno anche le amiche della ragazza e la sorella Elena. Sarà convocato a testimoniare anche chi ha segnalato al 112 la lite avvenuta nei pressi di Vigonovo.
Il processo contro Turetta dovrebbe iniziare tra fine settembre e inizio ottobre, ma il 15 e il 18 luglio vi saranno al tribunale di Venezia le udienze per il rinvio del 22enne. Per Turetta l’accusa è di omicidio volontario con tantissime aggravanti che potrebbero portarlo all’ergastolo, come premeditazione, crudeltà e stalking, ma anche sequestro di persona, occultamento di cadavere e porto abusivo di coltelli.
Femminicidio Giulia Cecchettin: tutti i dettagli
Rispetto ai 20 giorni previsti dal codice dopo la chiusura delle indagini, il pubblico ministero ha concesso a Turetta una settimana in più per valutare se essere sottoposto a interrogatorio. Alla fine il giovane non ha voluto integrare quanto già dichiarato durante la confessione. Quanto raccontato, però, non sarebbe tutto. La verità è rimasta limitata secondo quanto emerso dalle analisi del Ris sull’auto. Nella vettura è stato trovato sangue, nastro adesivo, molti sacchetti neri, ricambi di vestiti, un coltello e una tessera prepagata.
Sul computer sono state trovate ricerche che avvalorano l’ipotesi della premeditazione. Il 22enne aveva cercato informazioni su manette, corde e badili e aveva acquistato online il nastro isolante e una cartina stradale cartacea per non dover usare internet. Gli esperti hanno anche trovato sul pc un file, cancellato da Turetta, su cui era riportato il progetto del rapimento.