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Paolo Riccone chiede scusa alla famiglia di Floriana Floris, la compagna che ha ucciso a coltellate in una casa nel centro di Incisa Scapaccino, nell’Astigiano, il 6 giugno 2023. La lettura della lettera è avvenuta in aula prima della condanna per il femminicidio.
Le parole dell’uomo
Il delitto fu scoperto dai carabinieri tre giorni più tardi, quando la famiglia diede l’allarme. Al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine Paolo Riccone era in camera da letto in stato confusionale, con i vestiti intrisi di sangue: aveva vegliato per tre giorni il corpo della donna.
Prima che i giudici entrassero in camera di consiglio, Riccone ha letto la sua dichiarazione spontanea chiedendo scusa ai parenti di Floriana:
“Chiedo scusa alla famiglia di Floriana, se fossi riuscito a togliermi la vita sarebbe stato meglio. I dottori dicono che ero lucido ma non è così. Sono stato già picchiato moltissime volte dagli altri detenuti e ogni anno di reclusione sarà un anno in più di inferno“. Queste sono state le prime parole in aula, come riporta Repubblica.
Ha poi, aggiunto:
“Mi dispiace e so bene che queste scuse non bastano. Nemmeno la somma che ho pagato per il risarcimento restituirà mai Floriana ad Alice (la figlia della vittima), a Fabio (il fratello) e a sua mamma”.
Il tentato suicidio
“Mi vergogno, e vi ribadisco che se fossi riuscito a togliermi la vita per me sarebbe stato meglio. Chiedo quindi sinceramente scusa, a Floriana e ai suoi parenti”.
L’uomo aveva tentato il suicidio, senza riuscirci, ingerendo candeggina e provando a tagliarsi i polsi. Dopo il risveglio dal coma farmacologico indotto dai medici all’ospedale di Asti, aveva confessato il femminicidio sostenendo di essere stato in prede a un raptus.
Il femminicidio di Floriana Floris: Paolo Riccone condannato a 22 anni di carcere
La procura chiedeva 24 anni, ma la Corte d’assise ha concesso all’imputato le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante del vincolo di parentela.
L’avvocato difensore, Federica Falco, ha sottolineato che nonostante il proprio consulente si sia pronunciato per la seminfermità mentale dell’imputato, al momento del fatto, la Corte non ha voluto disporre una perizia. Dunque, il legale annuncia che riproporrà la questione in appello.
Al momento Riccone resta nel carcere di Marassi in psichiatria.