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Omicidio di Iris Setti: Chukwuka Nweke condannato all'ergastolo

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Chukwuka Nweke è stato condannato all'ergastolo per lo stupro e l'omicidio di Iris Setti, avvenuti il 5 agosto 2023 a Rovereto.

La Corte d’Assise di Trento ha condannato Chukwuka Nweke all’ergastolo per lo stupro e l’omicidio di Iris Setti, avvenuti la sera del 5 agosto 2023 nel parco Nikolajewka di Rovereto.

Femminicidio di Iris Setti: condanna all’ergastolo per Chukwuka Nweke

Iris Setti, trasportata d’urgenza all’ospedale Santa Chiara di Trento, è deceduta nella notte tra il 5 e il 6 agosto a causa delle gravi ferite riportate nell’aggressione. L’autopsia ha rivelato che la vittima è stata colpita con almeno 49 fendenti, molti dei quali al volto. Durante la requisitoria, il pubblico ministero Fabrizio De Angelis ha definito l’attacco come “un’aggressione di una violenza inaudita”.

Dopo sei ore e mezza di deliberazioni, i giudici hanno dichiarato colpevole il quarantenne nigeriano di omicidio volontario aggravato, rapina e violenza sessuale nei confronti della 61enne, oltre a rapina ai danni di un altro uomo la stessa notte.

Oltre alle pene accessorie, la Corte ha disposto dieci mesi di isolamento diurno per Nweke e lo ha dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale. È stata stabilita una provvisionale di 100.000 euro a favore della madre di Iris Setti e di 50.000 euro per ciascuno dei due zii, che si sono costituiti parti civili, oltre al rimborso delle spese legali.

Le dichiarazioni di Chukwuka Nweke

Prima della Camera di Consiglio, Chukwuka Nweke ha pronunciato le sue dichiarazioni spontanee, rompendo il suo silenzio in aula per la prima volta. Durante il suo intervento, ha chiesto clemenza, ma non avrebbe mai sollecitato il perdono:

Sono innocente. In carcere piango tutto il giorno, ho moglie e tre figli, aiutatemi”.

I parenti della 61enne, assistiti dagli avvocati Andrea De Bertolini e Giovanni Rambaldi, si sono costituiti parti civili. “Giustizia è fatta”, ha dichiarato lo zio Aldo Santacatterina al termine della sentenza.

“Le richieste del pubblico ministero sono state accolte e riteniamo la pena giusta ed equa. Non c’è motivo di gioire: ma consegniamo ai familiari un risultato congruo con quanto successo”, ha commentato l’avvocato De Bertolini.