> > Femminicidio, il governo punta all'ergastolo: le novità della bozza del Ddl

Femminicidio, il governo punta all'ergastolo: le novità della bozza del Ddl

femminicidio reato ergastolo

Il governo italiano ha approvato un disegno di legge che definisce il femminicidio come reato autonomo, con pena dell'ergastolo.

In occasione della Giornata internazionale della donna, il governo ha annunciato l’introduzione del reato di femminicidio, punibile con l’ergastolo, e l’inasprimento delle pene. Il decreto sarà redatto dai ministeri della Giustizia, Interno, Famiglia, Natalità e Pari Opportunità.

Femminicidio, bozza Ddl: aggravante di reato punibile con ergastolo

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sul femminicidio. La ministra per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Maria Roccella, ha sottolineato che si tratta di un cambiamento culturale, poiché con il ddl il femminicidio diventa un reato autonomo.

“Abbiamo fatto un primo intervento legislativo che aveva degli elementi anche molto innovativi come l’arresto in flagranza differita puntando proprio sulle misure cautelari, quindi, sugli strumenti della prevenzione, ma i femminicidi sono diminuiti solo in misura molto lieve e, quindi, abbiamo ritenuto fosse il caso di intervenire nuovamente”, ha sottolineato la ministra.

Femminicidio: il contenuto della bozza del disegno di legge

La bozza del ddl, composta da sette articoli, introduce misure più severe contro i reati di violenza di genere, con aggravanti e pene più dure per maltrattamenti, lesioni, violenza sessuale e stalking motivati da odio o discriminazione di genere.

Viene ampliato il diritto della vittima a essere informata sul procedimento e sulla richiesta di patteggiamento. Sono previste misure cautelari più rigorose, come arresti domiciliari o custodia in carcere, per femminicidio, violenza domestica e stalking, e l’obbligo di informare le vittime su misure alternative alla detenzione. Inoltre, il procuratore può revocare l’assegnazione del procedimento in caso di mancata assunzione di informazioni dalla persona offesa o da chi ha presentato denuncia, salvo esigenze di tutela.

“Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo. Fuori dei casi di cui al primo periodo, si applica l’articolo 575”, si legge nell’estratto come riportato da Adnkronos.

In aggiunta, il primo comma dell’articolo uno del testo stabilisce che, in presenza di una sola circostanza attenuante, la pena non può essere inferiore a ventiquattro anni. Quando vi sono più circostanze attenuanti o quando queste si combinano con una delle circostanze aggravanti del secondo comma, e le attenuanti sono ritenute prevalenti, la pena non può scendere sotto i quindici anni.

Il ddl prevede pene più severe anche per i reati connessi. Nel dettaglio, il testo stabilisce che la pena venga aumentata da un terzo a due terzi per minacce e revenge porn. Attualmente, i reati di maltrattamenti in famiglia comportano una reclusione da tre a sette anni, con un aumento della pena se sono coinvolti minori, donne in gravidanza o persone disabili. L’inasprimento delle pene riguarda anche l’uso di armi o sostanze corrosive e l’interruzione di gravidanza non consensuale.