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Femminicidio a Roma: carcere a vita per Costantino Bonaiuti

Costantino Bonaiuti condannato per femminicidio a Roma

La Corte d'Assise condanna l'ingegnere per l'omicidio della sua ex compagna.

Il caso che ha scosso Roma

Il , Roma è stata teatro di un tragico femminicidio che ha colpito l’opinione pubblica. Costantino Bonaiuti, ingegnere di 40 anni, è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso la sua ex compagna, l’avvocata Martina Scialdone, con un colpo di pistola. La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Assise della Capitale, che ha accolto la richiesta della Procura, sottolineando la premeditazione e i motivi futili che hanno portato a questo atto di violenza.

La dinamica dell’omicidio

La sera del delitto, Martina aveva deciso di chiudere la loro relazione, un passo che ha scatenato la furia di Bonaiuti. I due si erano incontrati in un ristorante dell’Appio Latino, dove una discussione accesa è rapidamente degenerata. Testimoni hanno riferito di una lite violenta, con la giovane che cercava di rifugiarsi nel bagno per sfuggire alla situazione. Nonostante l’intervento del proprietario del locale, la tensione è continuata anche all’esterno, dove Bonaiuti ha aggredito Martina, portando infine al tragico epilogo.

Le conseguenze e la reazione della famiglia

La sentenza ha suscitato forti emozioni tra i familiari della vittima. La madre e il fratello di Martina, visibilmente commossi, hanno espresso la loro soddisfazione per il verdetto, sottolineando l’importanza di fare giustizia per una vita spezzata. “Non ci sono vincitori o vinti”, hanno dichiarato, evidenziando la sofferenza che il femminicidio porta non solo alla vittima, ma anche alle famiglie coinvolte. La Procura ha evidenziato come il legame affettivo tra i due fosse diventato tossico, culminando in un atto di violenza inaccettabile.

Un caso emblematico di femminicidio

Questo caso rappresenta un triste esempio di come le relazioni tossiche possano degenerare in violenza. La testimonianza delle amiche di Martina ha rivelato la sua crescente preoccupazione per la situazione, descrivendo Bonaiuti come “un cane rabbioso” durante le liti. La condanna all’ergastolo non solo punisce l’omicida, ma serve anche da monito per la società, affinché si prenda coscienza della gravità del fenomeno del femminicidio. È fondamentale che le istituzioni e la comunità lavorino insieme per prevenire simili tragedie e proteggere le vittime di violenza domestica.