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Il dramma di Sabrina Baldini Paleni
Il caso dell’omicidio di Sabrina Baldini Paleni, 56 anni, operatrice sanitaria, ha scosso profondamente la comunità di Chignolo Po, un piccolo comune in provincia di Pavia. La donna è stata trovata morta nella sua abitazione, vittima di un omicidio brutale perpetrato dal compagno, Franco Pettineo, 52 anni. La confessione dell’omicida, avvenuta durante l’interrogatorio, ha rivelato un quadro drammatico di tensioni familiari e violenza latente.
La dinamica dell’omicidio
Secondo le ricostruzioni, Pettineo ha strangolato Sabrina mentre lei cercava di difendersi. I segni di graffi sul corpo dell’uomo testimoniano la violenza della colluttazione. Dopo il delitto, l’omicida ha tentato una fuga confusa, dirigendosi verso Milano, ma è stato fermato dai carabinieri a Pandino, nel Cremonese. La sua ammissione di colpevolezza ha chiuso un cerchio di indagini che si sono rivelate complesse e delicate.
Le indagini hanno messo in luce una storia di conflitti e tensioni all’interno della coppia, che duravano da anni. La figlia di Sabrina, Selene, ha condiviso sui social la sua devastazione e ha rivelato che la madre stava considerando di lasciare il compagno. Questo aspetto della vicenda solleva interrogativi sulla percezione della violenza domestica e sulla difficoltà di uscire da relazioni tossiche. La comunità, composta da circa 4.000 abitanti, si è mostrata incredula, affermando di non aver mai notato segnali di allerta.
Il ruolo delle istituzioni e la ricerca di giustizia
La procura di Cremona, sotto la direzione di Silvio Bonfigli, ha avviato un’inchiesta approfondita, mentre il caso è stato trasferito alla procura di Pavia per ulteriori indagini. La mancanza di denunce precedenti da parte di Sabrina e l’assenza di segnalazioni da parte dei vicini pongono interrogativi sul supporto e sulla protezione delle vittime di violenza domestica. La testimonianza della figlia e il desiderio di giustizia rappresentano un grido di aiuto per tutte le donne che vivono situazioni simili.