La frase contestata dal Codacons: Fedez replica alle critiche con una spiegazione dettagliata
La frase oggetto di contestazione da parte del Codacons è stata replicata da Fedez con una dettagliata spiegazione. Il rapper ha sottolineato che la sua affermazione riguardo al suo status di “nullatenente” è stata decontestualizzata e distorta dall’associazione. Durante uno dei procedimenti legali, Fedez ha semplicemente risposto alla domanda del giudice in merito al possesso di beni, specificando che tutto è intestato alla sua società. La sua replica mira a dissipare le accuse infondate rivolte nei suoi confronti.
Il rapper esplicita la sua critica nei confronti dell’atteggiamento del Codacons, definendo le accuse rivolte nei suoi confronti come infondate e volte solamente a cercare visibilità per l’associazione stessa. Fedez esprime la sua frustrazione nel dover continuamente spiegare la verità di fronte a tali insinuazioni false, sottolineando che qualcuno sembra avere interesse nel diffondere un messaggio distorto sulla sua persona.
La smentita del Codacons attraverso un comunicato stampa
Il Codacons smentisce Fedez che oggi, attraverso una farneticante storia pubblicata su Instagram, è tornato ad attaccare l’associazione dei consumatori per fantomatici scoop che in realtà la stessa associazione non ha mai diffuso.
Evidentemente Fedez ha la memoria corta, e non ricorda che i procedimenti penali a suo carico avviati a seguito di denuncia del Codacons non sono stati affatto tutti archiviati – spiega l’associazione – Il prossimo 6 maggio infatti il rapper dovrà rispondere del reato di calunnia ai danni del Codacons in un procedimento aperto dinanzi al Tribunale di Roma, e in quell’occasione dovrà anche dare risposta alle domande che saranno poste dai nostri legali.
Per rinfrescare la memoria a Fedez, il Codacons pubblica il capo di imputazione integrale mosso dalla Procura di Roma a carico del rapper su richiesta della Gup del Tribunale di Roma, Annalisa Marzano: “accusava falsamente il Rienzi di aver pubblicato un messaggio ingannatorio sul sito internet del Codacons con il quale si faceva credere che la raccolta fondi promossa sulla pagina internet www.codacons,.it nel mese di marzo del 2020 fosse destinata alla battaglia contro il Coronavirus nell’ambito della situazione pandemica all’epoca in essere, così inducendo un numero indeterminato di utenti ad aderire alla suddetta campagna, al fine di procurarsi donazioni che invece venivano impiegate a vantaggio esclusivo del Codacons; nella stessa denuncia-querela, il Lucia accusa falsamente il Rienzi di aver utilizzato espressioni lesive della propria reputazione, nell’ambito di un comunicato stampa del 24.3.2020 e di diversi video pubblicati su Youtube, in cui Rienzi rivendicava la correttezza del proprio operato”.