Febbre e dolore dei bambini: attenzione a cure inappropriate e automedicazione

Bologna, 23 nov. (askanews) - Le più pericolose sono le chat dei genitori che hanno figli a scuola e diffondono ansia e soprattutto informazioni non corrette su influenze e malattie dei bambini. Ma anche attraverso i social vengono diffuse fake news in ambito sanitario e creano dubbi quando si pres...

Bologna, 23 nov.

(askanews) – Le più pericolose sono le chat dei genitori che hanno figli a scuola e diffondono ansia e soprattutto informazioni non corrette su influenze e malattie dei bambini. Ma anche attraverso i social vengono diffuse fake news in ambito sanitario e creano dubbi quando si presentano dolori lievi e febbre. Per fortuna la maggior parte delle famiglie si rivolge al pediatra. Lo spiega Paolo Felice, Vice segretario all’organizzazione FIMP: “E’ stato fatto uno studio da parte del dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova in cui si dimostra che per l’84% dei casi i genitori con uno o più figli si rivolgono soprattutto al pediatra di famiglia.

Noi non facciamo solo diagnosi e cura del bambino e delle malattie, ma entriamo all’interno delle famiglie e valutiamo il contesto in cui si opera”.

Proprio sull’importanza di un intervento adeguato si è concentrato il convegno “Dalla comunicazione all’appropriatezza in pediatria. Focus su dolore e febbre”, organizzato a Bologna da Motore Sanità.

“La comunicazione è la prima arma di prevenzione primaria per poter fare le cose bene – ha detto Giuseppe Di Mauro, Segretario nazionale alle attività scientifiche Fimp -.

Non si può non comunicare. Per noi pediatri in modo particolare, nei nostri ambulatori o al telefono con le famiglie, è importante la comunicazione. Ma la comunicazione significa anche ascolto, significa prendere in carico il bambino, il papà e la mamma, i nonni e gli accompagnatori. Quindi è un momento particolare. Nei nostri studi dove la famiglia si trattiene una ventina di minuti, quindici sono per comunicazione e ascolto e soltanto cinque per la visita vera e propria”.

Purtroppo secondo una recente survey condotta dalla Federazione italiana medici pediatri sui propri associati, l’84% dei pediatri osserva una costante crescita del ricorso all’automedicazione nell’utilizzo dei farmaci antinfiammatori non steroidei. In particolare, il 49% dei pazienti ricorre al “passaparola” per attivare una terapia con questi farmaci, prima ancora di rivolgersi al pediatra. Ma la sfida è più ampia e passa dal rafforzare il ruolo del pediatra, combattere la disinformazione e promuovere una nuova alleanza tra professionisti sanitari.

“Noi dobbiamo ascoltare – ha ggiunto il dottor Di Mauro -. Guardiamo in viso, in faccia le persone ed evitiamo l’abitudine pessima del ‘Doctor shopping’, perché le famiglie devono uscire dal nostro dai nostri ambulatori soddisfatti di quello che cercano e di quello che vogliono, di tornare a casa con garanzie e sicurezza delle loro problematiche che ci hanno espresso”.

Al convegno di Bologna un focus anche sull’appropriatezza terapeutica. L’adozione di linee guida basate sull’evidenza può ottimizzare il percorso dei pazienti e liberare risorse economiche da reinvestire nel settore, garantendo al contempo esiti clinici più favorevoli e riducendo la durata delle ospedalizzazioni.