Roma, 24 gen.
(Adnkronos Salute) – Le misure messe in campo nel 2021 "per rivedere la governance del settore farmaceutico non sembrano siano state sufficienti a riportare lo sforamento (e quindi il payback) a valori 'fisiologici'. In definitiva, il payback, nonostante l’introduzione, nel 2021, dei nuovi tetti di spesa, continuerebbe a crescere: dai 1,1 mld del 2021, ad un valore stimato di 1,3 mld per il 2022 (riportandosi sui valori del 2020), per poi rischiare di arrivare a 1,6 mld nel 2023.
In questo contesto si inserisce la legge di Bilancio per il 2024, che ha ulteriormente incrementato il tetto degli acquisti diretti all’8,5% (inclusi i gas medicinali)". Lo evidenzia il Crea, Centro di ricerca riconosciuto da Eurostat, Istat e ministero della Salute, composto da economisti, epidemiologi, ingegneri biomedici, giuristi, statistici, nel suo 19.esimo rapporto, (curato da Federico Spandonaro, Daniela D’Angela, Barbara Polistena e da ricercatori ed esperti) presentato oggi nella sede del Cnel a Roma.
"Anche con il suddetto incremento del tetto, adottando l’ipotesi di un incremento del finanziamento di ulteriori 3 mld e una (improbabile) costanza della spesa, permarrebbe uno sforamento pari a 2,5 mld; sforamento che potrebbe raggiungere i 3,6 mld qualora la spesa si incrementasse ulteriormente dello stesso valore registrato nell’ultimo anno disponibile", precisa il report Crea.
"Da segnalare che la citata bozza della legge di Bilancio 2024, all’articolo 44, prevede anche di voler 'favorire gli assistiti nell’accesso al farmaco in termini di prossimità', nello specifico aumentando il grado di capillarità distributiva dei farmaci.
Nello specifico – osserva il Crea – la norma prevede si effettui una revisione del prontuario della continuità assistenziale ospedale-territorio con l’obiettivo di riclassificare una parte dei farmaci in esso contenuta in fascia A. Da questa indicazione ne potrebbe conseguire un maggiore utilizzo del canale di spesa convenzionata rispetto a quello di distribuzione diretta e per conto, che avrebbe impatti di differente ordine e grado (cittadini, farmacie, industrie ); ma tali impatti sarebbero anche estremamente difformi tra le diverse Regioni, in quanto queste ricorrono in modo differente alla distribuzione diretta e per conto".
"In termini di spesa – suggeriscono gli esperti – o meglio di rapporto con il tetto previsto per la spesa farmaceutica, lo spostamento dai canali della distribuzione diretta e per conto a quello della convenzionata, redistribuirebbe gli oneri tra il tetto di spesa diretta che da anni risulta crescentemente incapiente, a quello della spesa convenzionata che è invece in avanzo, riducendo lo sforamento.
Il report Crea analizza anche i dispositivi medici: "Nel triennio 2019-2022, al lordo delle spese per quelli dedicati alla pandemia, lo sforamento del tetto è stato di 7,3 miliardi.
La determinazione ufficiale del payback, e quindi della quota di ripiano a carico delle aziende fornitrici, verranno determinati al netto della spesa per il Covid-19".
Crea sanità sottolinea che, "con le carenze degli attuali flussi informativi, che riescono a rilevare meno del 80% delle reale spesa per dispositivi e non considerano la spesa per quelli utilizzati nelle strutture accreditate, le stime dello sforamento del tetto prese a base del calcolo del payback presentano limiti oggettivi e generano distorsioni sovrastimando le performance delle Regioni che di più ricorrono all’attività delle strutture private accreditate: risulta – conclude il report – urgente il completamento del processo di messa a regime dei flussi di monitoraggio del settore".