Roma, 23 ott. (Adnkronos Salute) – "E' cambiato il nostro modo di pensare. Il blocco dell'interleuchina 5 (Il-5), una citochina, ha portato successi" importanti "nel campo dell'asma grave. Su 100 pazienti, in 90 possiamo ottenere ottimi risultati con una terapia inalatoria adeguata, ma nel 10% questa non è sufficiente e residuano delle riacutizzazioni della malattia con ricorso al cortisonico sistemico, con una qualità di vita non ottimale. In questo sottogruppo oggi identifichiamo i meccanismi patogenetici, ciò che alla base dell'asma. Negli ultimi 20 anni, partendo dall'asma allergico, abbiamo identificato marcatori e vie infiammatorie da contrastare. Una di questa ha come protagonista l'interleuchina-5". Lo ha detto Fulvio Braido, direttore della clinica Malattie respiratorie e allergologia dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, all'Adnkronos Salute in occasione del doppio appuntamento con 'Highlights in Respiratory Diseases and Allergy and World Congress of Asthma', che presiede insieme a Giorgio Walter Canonica, responsabile Centro medicina personalizzata Asma e allergologia di Humanitas.
Durante l'evento, da oggi al 25 ottobre, "affianchiamo agli esperti di rilevanza nazionale e internazionale italiani di 'Highlight' – spiega Braido – gli esperti di rilevanza internazionale ed europea nel contesto del World Asthma Congress della Società mondiale dell'asma (Interasma), per presentare le novità nell'ambito delle malattie respiratorie che comprendono anche quelle allergologiche".
Ritornando sull'inibizione dell'Il-5, si tratta di "un mediatore di grande interesse – illustra l'esperto – perché legato al ruolo degli eosinofili, cellule responsabili delle manifestazioni cliniche di queste malattie, di cui riusciamo a ridurre attività e numero. In realtà le citochine sono circolanti e quindi possiamo avere espressioni d'organo differenti per uno stesso processo infiammatorio: in un paziente possiamo avere asma grave, in un altro anche la poliposi nasale e in altri manifestazioni sistemiche". Grazie a nuove terapie biologiche, in pazienti con asma grave "abbiamo assistito, in prima battuta a un miglioramento di singoli parametri, come la riduzione delle riacutizzazioni e dell'impiego di cortisone sistemico o la sua sospensione. Ci siamo poi accorti – continua Braido – che in una quota significativa di pazienti abbiamo una riduzione drastica di questi elementi e in un'altra, addirittura, l'azzeramento di questi parametri". Se "prima pensavamo a un obiettivo da raggiungere – chiarisce lo specialista – oggi possiamo migliorare più obiettivi e parlare di remissione clinica, che è la situazione in cui, per un anno, il paziente con asma non ha riacutizzazioni, non usa lo steroide, ha la malattia sotto controllo e mantiene la funzione polmonare stabile o migliorata. Abbiamo innalzato le aspettative e la qualità di vita dei pazienti. Questi risultati si sono raggiunti con l'arrivo dei biologici. Si tratta di un trattamento a lungo termine che viene iniziato in ospedale e poi proseguito in autosomministrazioni a domicilio".
Al convegno si parlerà anche di Bpco, la bronco pneumopatia cronica ostruttiva "che racchiude una serie di quadri clinici sotto uno aspetto che è l'ostruzione bronchiale cronica – precisa Braido – Abbiamo molte manifestazioni cliniche eterogenee per questa patologia che è la terza causa di morte e, con prevalenza superiore al 5% nella popolazione generale, è un problema assistenziale per le molte riacutizzazioni" e ricoveri, ma anche per "mortalità. Abbiamo 2 nuovi approcci. Con i farmaci inalatori infatti otteniamo ottimi risultati combinandoli, tanto che sono decisamente efficaci anche nel ridurre la mortalità. Possiamo poi migliorare la situazione e mantenerla nel lungo termine uno stato ottimale. Anche per la Bpco sta arrivando quello che si è visto per l'asma. In alcuni pazienti con Bpco c'è tutta una serie di farmaci biologici che sono un futuro ormai presente o prossimo. Nel paziente con Bpco in cui, per esempio, gli eosinofili hanno un ruolo importante, usare un farmaco che li riduce sarà importante dal punto di vista clinico. Andiamo quindi verso una ulteriore personalizzazione delle cure. Oltre a trattare tutti con broncodilatazione – riassume – molti pazienti trovano giovamento con un antinfiammatorio inalatorio e, oltre a questo, possiamo identificare piccoli sottogruppi che possono rispondere a specifiche molecole biologiche".
Tra i temi dell'evento c'è anche la vaccinazione. "Il nostro challenge quotidiano è proteggere i pazienti con cronicità – rimarca Braido – Questo possiamo farlo ottimizzando il trattamento della patologia di base, ma le vie aeree ci mettono in contatto con l'ambiente e, respirando, possiamo contrarre infezioni virali. Proteggere i pazienti con malattie croniche dai virus diventa fondamentale per ridurre il rischio di peggioramento della patologia sottostante. L'influenza, ad esempio, causa riacutizzazioni e peggioramento della condizione clinica respiratoria sottostante. Non basta quindi ottimizzare il paziente: bisogna proteggerlo dall'influenza, ma anche dal virus respiratorio sinciziale (Rsv) che non interessa solo i neonati perché negli adulti può causare polmoniti e riacutizzazioni".