Il fatto dell’evasione
Un episodio di evasione ha scosso la tranquillità del carcere di Campobasso, dove un giovane tunisino, già noto alle forze dell’ordine per reati legati alla droga e alla rapina, è riuscito a scavalcare il muro di cinta del penitenziario. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle strutture carcerarie e sulla gestione dei detenuti con precedenti penali. La fuga è avvenuta in un momento in cui il carcere stava già affrontando sfide significative legate alla sovraffollamento e alla mancanza di personale.
Le immediate conseguenze
Subito dopo l’evasione, è scattato l’allerta tra le forze dell’ordine. Le autorità hanno attivato un piano di ricerca per rintracciare il fuggitivo, mobilitando pattuglie e unità speciali. Le ricerche si sono concentrate nei dintorni del carcere, in particolare nelle aree circostanti la stazione ferroviaria, dove il giovane è stato avvistato per l’ultima volta. Questo episodio ha messo in evidenza la necessità di un monitoraggio più attento e di misure preventive per evitare simili situazioni in futuro.
Il rintraccio e le indagini
Dopo circa un’ora di ricerche, la polizia è riuscita a rintracciare e bloccare il giovane tunisino nei pressi della stazione ferroviaria, a poche centinaia di metri dal carcere. Questo rapido intervento ha evitato che il fuggitivo potesse allontanarsi ulteriormente, ma ha sollevato interrogativi su come sia stato possibile per lui evadere così facilmente. Le indagini sono ora in corso per chiarire le modalità dell’evasione e per valutare eventuali responsabilità da parte del personale carcerario. La questione della sicurezza nelle carceri italiane è diventata un tema di discussione pubblica, con richieste di riforme e miglioramenti nelle strutture esistenti.