Parigi, 31 mag. (Adnkronos) – Pochissimi avrebbero scommesso che la creatura politica di Silvio Berlusconi sarebbe sopravvissuta alla morte del suo fondatore. Un anno fa, quando il cavaliere morì, il suo partito, fondato esattamente trent’anni prima, era già moribondo. Era passato, da quasi il 30% dei voti nelle elezioni legislative del 2001, all’8% nel 2022 e non esercitava più da tempo la sua egemonia sulla destra italiana, relegato a socio minore della coalizione di governo guidata da Giorgia Meloni. Così un'analisi del quotidiano francese Les Echos, secondo cui "è stata annunciata troppo in fretta la morte del partito di Silvio Berlusconi, che, a detta di molti, non sarebbe potuto sopravvivere al suo fondatore morto un anno fa". Per il principale giornale economico finanziario francese, Forza Italia invece "resta un attore importante nella coalizione di governo italiana e sarà fondamentale per far sentire la voce dell'Italia a Bruxelles".
"Gli analisti credevano che Forza Italia sarebbe stato rapidamente travolto dalla morte di Berlusconi, invece – rileva il quotidiano – è riuscito a ritrovare il suo posto. Quello di una forza moderata tra l'estrema destra di Giorgia Meloni e l’estrema destra di Matteo Salvini. L'ego di Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno fatto naufragare il loro progetto di costituire un 'Terzo Polo' per riunire i centristi. Per quanto riguarda il Partito Democratico guidato da Elly Schlein, il suo spostamento a sinistra ha riportato in vita alcuni elettori di destra che non devono più soffrire per le scappatelle berlusconiane, come ad esempio il bunga-bunga".
"Fedele tra i fedeli – prosegue il giornale economico – Antonio Tajani, cofondatore di Forza Italia, vicepremier, ministro degli Esteri, ha preso la guida del partito e plaude alla rimonta nei sondaggi che avrebbero fatto la felicità di Berlusconi, superando la Lega e avvicinandosi al 10%, una soglia che non raggiungeva dal 2018. 'Molti pensavano che fossimo destinati alla fine, forse alcuni di noi lo temevamo, ma è successo il contrario', ha affermato Tajani durante il congresso che lo ha insediato lo scorso febbraio. 'Ma la sopravvivenza del partito per i prossimi trent’anni dipenderà soprattutto dai risultati alle Elezioni europee. È come giocare la finale di Champions League nella squadra di Maradona anche se lui non c'è più".
"Difficilmente la promessa elettorale di Forza Italia non avrà possibilità di essere rispettata, poiché il suo nuovo leader è davvero rassicurante in molti modi. A partire dalla sua popolarità a Bruxelles: Antonio Tajani si è costruito una solida reputazione come mediatore, che si rivela utile di fronte all'esuberante Matteo Salvini e per disinnescare i conflitti interni al governo tra i conservatori e quelli più moderati. 'Siamo fedeli alla coalizione centrodestra, ma siamo diversi' insiste Tajani. Una differenza che si apprezza soprattutto a Bruxelles dove ha fatto praticamente tutta la sua carriera politica dal 1994: Membro del Parlamento Europeo, Commissario per i Trasporti poi di Industria e Imprenditoria prima di diventare vicepresidente della Commissione e successivamente presidente del Parlamento", osserva ancora Les Echos.
"Un curriculum impeccabile quando si tratta di presentarsi come risolutamente europeisti garantendo l’ancoraggio di Fi all'interno del Partito popolare europeo ma anche come centrista, liberale e atlantista'. Una carta che tornerà utile a Giorgia Meloni quando si tratterà di trattare future posizioni chiave nella prossima Commissione", chiosa il giornale.