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Un’operazione della guardia di finanza
Recentemente, a Bari, un’importante operazione della guardia di finanza ha portato all’arresto di cinque individui accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini, condotte sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), hanno rivelato un sistema di estorsioni ai danni di un imprenditore locale, il quale è stato costretto a subire pressioni e minacce per il pagamento di somme di denaro.
Il ruolo del detenuto
Al centro di questa rete di estorsioni c’è un detenuto, già noto per reati di stampo mafioso, che orchestrava le operazioni direttamente dal carcere. Utilizzando uno smartphone, il detenuto impartiva ordini e coordinava le attività di riscossione del denaro estorto. Questo caso mette in luce come la criminalità organizzata riesca a mantenere il controllo anche dall’interno delle carceri, sfruttando la tecnologia per comunicare e gestire le proprie attività illecite.
Le modalità di estorsione
Le indagini hanno rivelato che il detenuto si avvaleva della collaborazione di quattro complici, tutti con precedenti penali. Questi individui erano incaricati di riscuotere il denaro estorto, utilizzando metodi intimidatori per garantire il pagamento. Le prove raccolte dagli inquirenti sono state fondamentali per smantellare questa rete: analisi di chat, pedinamenti e testimonianze hanno fornito un quadro chiaro delle dinamiche operative del gruppo. La capacità di operare in modo così organizzato e sistematico evidenzia la persistenza e la pericolosità della criminalità mafiosa nella regione.