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Cosa prevede la legge sulla sicurezza di Pechino per Hong Kong

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Si parla di Stato di Polizia in Cina dopo la legge sulla sicurezza votata da Pechino per Hong Kong.

La Cina vota una nuova legge sulla sicurezza nazionale e Pechino stringe la morsa su Hong Kong. Una notizia che spaventa gli ambienti democratici che parlano di ‘Stato di polizia’ e attentato alla libertà personale. La controversa legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong è stata votata dal Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo.


La notizia non è stata ancora confermata dagli organi di governo asiatici, ma i media locali la danno per certa. A commentare la notizia è stato l’attivista pro-democratico di Hong Kong, Joshua Wong, che ha annunciato la sua decisione di lasciare il movimento di cui fa parte, Demosisto. Lungo sfogo su Twitter ove evidenzia come: “Se la mia voce non sarà ascoltata presto, andrò via. Spero che la comunità internazionale continui a fare sentire la propria per Hong Kong e faccia sforzi concreti per difendere il nostro ultimo briciolo di libertà”.


Oltre a Wong, hanno annunciato le dimissioni da Demosisto altre due figure di primo piano del movimento, Nathan Law e Agnes Chow. “La lotta del popolo di Hong Kong non si fermerà – ha scritto Law – ma andrà avanti con maggiore determinazione”.

La legge sulla sicurezza di Pechino

Una vera e propria morsa per Hong Kong che rischia di dover vivere in uno stato di Polizia. Perché la legge sulla sicurezza approvata dalla Cina sanziona duramente le proteste che caratterizzano, ormai da tempo, la metropoli asiatica. Wong, sempre sui social, denuncia gli ampi poteri e la legge: “Mal definita, la città si trasformerà in uno stato di polizia. I manifestati di Hong Kong ora affrontano elevate possibilità di essere estradati nei tribunali cinesi per processi e ergastoli”.

La legge sulla sicurezza di Pechino, infatti, punta a colpire i manifestanti pro democrazia che hanno protestato nei mesi scorsi contro l’eccessivo avvicinamento a Pechino, introducendo pene severe per atti di presunta collusione con Paesi stranieri. Per Wong la nuova legge porterà a procedimenti: “Arbitrari, prigioni nere, processi segreti, confessioni forzate, restrizioni ai media e censura politica”. Ma i cittadini di Hong Kong, secondo l’attivista dimissionario, continueranno a combattere per la libertà.