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La storia della piccola Sandra: violentata e uccisa dalla vicina

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Ad uccidere la bambina era stata un'insegnate di 29 anni, Melissa Huckaby, che ha una figlia della stessa età di Sandra.

Una valigia contentente il suo corpo riemerse da un pozzo nelle campagne di Tracy, ad est di San Francisco, in California, dopo 14 giorni di incessanti ricerche. La piccola Sandra Cantu aveva solo 8 anni quando scomparve a pochi passi da casa, nel parcheggio per roulotte a Orchard Estates. Il suo volto, incorniciato da lunghi capelli biondo scuro finì su tutti i cartoni del latte d’America, mentre decine di poliziotti e volontari intrapresero le ricerche tra le roulotte del campo. La troveranno non lontano da lì, rannicchiata dentro una valigia sul fondo di un bacino per l’irrigazione. Il caso del suo omicidio fece il giro di tutti i quotidiani nazionali e internazionali, mentre l’autopsia sul suo corpicino rivelava lo strazio delle ultime ore di vita: dopo essere stata stordita con una massiccia dose di Xanax e violentata con un oggetto di uso domestico, Sandra morì strangolata. Al tempo delle prime indagini, l’FBI stilò un profilo rigoroso del killer: bianco, tra i venticinque e i quarant’anni, con precedenti per violenza sessuale o pedopornografia. Ma, a qualche giorno dal ritrovamento del corpo, fu un colpevole al di sopra di ogni sospetto a farsi avanti, denunciando il furto della valigia: è Melissa Huckaby, 29 anni, vicina di casa e madre della compagna di giochi di Sandra.

La donna della porta accanto

Madre, insegnante e vicina di roulotte della famiglia Cantu, Melissa era qualcosa di più, una donna disturbata con precedenti pericolosi che nessuno aveva considerato. Poco prima della scomparsa di Sandra un altro bambino era stato ricoverato per intossicazione da farmaci. Era stato proprio lui ad indicare nella 29enne la donna che gli aveva somministrato quella bevanda “che sapeva di medicina”. Un incidente mai denunciato che assunse un’importanza vitale nel corso delle indagini per l’omicidio della bambina. Come emergerà nel corso dell’inchiesta, la donna della porta accanto è in realtà una borderline, con disturbo bipolare e schizofrenico.

Così, alla fine di un doloroso processo, Melissa Huckaby viene condannata al carcere a vita. “Vi devo una spiegazione” sarebbero state le parole pronunciate dall’assassina in aula di fronte ai parenti disperati della piccola Sandra. La donna, che rientra nella bassa percentuale di donne pedofile, oggi sconta la sua pena in carcere.