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Muore durante un rapporto: scagionato marito "superdotato"

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A denunciarlo il suocero, convinto che la figlia fosse morta a causa di un attacco epilettico provocato dalle dimensioni del genero.

È stato scagionato dopo aver mostrato il suo membro ai poliziotti. Così un indonesiano è scampato al processo per la morte della moglie, deceduta per un attacco epilettico che l’ha colpita durante un rapporto. Dopo la denuncia del suocero, l’uomo è stato costretto ad “esporsi” agli inquirenti che lo hanno successivamente sollevato da ogni accusa: “Niente di straordinario” sarebbe stato il commento degli investigatori al termine della bizzarra indagine. A ricostruire la vicenda è Metro UK. Secondo quanto riferito dal tabloid inglese, che cita fonti di polizia locali: “Dopo averlo visto, anche il suocero ha deciso di ritirare la denuncia”.

Le indagini

La vicenda si è svolta in Indonesia a Maron Kidul, nella zona est dell’isola di Giava. Qui, lo scorso 26 febbraio, moriva la 23enne Jumantri. Subito dopo il decesso, il padre della ragazza aveva puntato il dito contro il genero, accusandolo di aver provocato la morte della figlia proprio a causa delle enormi dimensioni del suo pene. Dopo l’arresto, Barash, questo il nome del marito accusato, è comparso per la prima volta davanti ai giudici con un’unica arma di difesa: “Le dimensioni erano nella norma, niente di straordinario” spiegano gli inquirenti. Del resto, la stessa autopsia sul corpo della vittima aveva inequivocabilmente chiarito che a causare la morte della giovane fosse stato proprio un attacco di epilessia, malattia che affliggeva la ragazza dall’età di 14 anni. Evidenza sembra tuttavia non aver ostacolato il profondo lavoro di scavo degli investigatori. Ricerca della verità o mero voyeurismo?