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Indagini avviate dopo l’esplosione
Su ordine della procura di Prato, sono state avviate perquisizioni nel deposito Eni di Calenzano, dove si è verificata una tragica esplosione che ha causato la morte di cinque persone, tra cui due tecnici lucani. I carabinieri, insieme alla ditta Sergen di Potenza, erano presenti per raccogliere prove e documentazione riguardante l’incidente. Le indagini si concentrano sulle cause dell’esplosione e sulle eventuali responsabilità dei lavoratori coinvolti.
Le ipotesi di reato
Attualmente, i reati ipotizzati sono omicidio colposo, disastro e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Secondo quanto riportato, la ditta Sergen stava eseguendo lavori di manutenzione in un’area critica, dove era prevista la rimozione di valvole e tronchetti per mettere in sicurezza una linea di benzina dismessa. Tuttavia, sembra che ci sia stata una fuoriuscita di carburante, che potrebbe essere stata causata da una violazione delle procedure di sicurezza.
Le conseguenze dell’incidente
Le conseguenze dell’esplosione sono state devastanti, con diversi morti e infortuni. Le indagini mirano a chiarire se le condotte dei lavoratori fossero inadeguate e se le misure di sicurezza fossero state rispettate. Inoltre, emergono testimonianze di anomalie riscontrate nella base di carico, sollevando interrogativi sulla gestione della sicurezza all’interno del deposito. La lettera di uno degli autisti deceduti, che segnalava problemi, potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini.