Ergastolo confermato per l'infermiere Antonio De Pace per omicidio

La sentenza dell'ergastolo per l'omicidio di Lorena Quaranta è stata confermata dalla Corte d'Assise d'Appello.

Il caso di Antonio De Pace

La tragica vicenda di Antonio De Pace, un infermiere di Vibo Valentia, ha scosso l’opinione pubblica italiana. Il giovane è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della sua fidanzata, Lorena Quaranta, una studentessa di medicina che stava per laurearsi. La Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria ha confermato la sentenza emessa in primo grado dalla Corte d’Assise di Messina, annullata in precedenza dalla Cassazione solo per quanto riguarda il diniego delle circostanze attenuanti generiche.

Le motivazioni della sentenza

La decisione della Corte d’Appello è stata influenzata dalla valutazione della Suprema Corte, che aveva sottolineato come i giudici di secondo grado non avessero considerato il presunto stato di stress di De Pace, aggravato dalla pandemia di Covid-19. La Procura generale di Reggio Calabria, rappresentata dal sostituto pg Domenico Galletta, aveva chiesto una riduzione della pena a 24 anni, sostenendo che le circostanze attenuanti dovessero essere riconosciute.

Tuttavia, la Corte ha ritenuto che la gravità del reato giustificasse la conferma dell’ergastolo.

Le arringhe difensive e il futuro del processo

Durante le arringhe difensive, gli avvocati di De Pace hanno chiesto una pena proporzionata, sostenendo che l’omicidio non potesse essere classificato come un delitto di genere, ma piuttosto come un atto scaturito da un momento di angoscia incontrollabile. Hanno anche evidenziato i tentativi di suicidio dell’imputato, cercando di dimostrare la sua fragilità psicologica.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, e solo allora si potrà valutare se ci sarà un ulteriore ricorso in Cassazione.