Eolico offshore: energia green a tutela dell’ambiente

(Adnkronos) - Nella transizione energetica l’eolico rappresenta una fonte rinnovabile e green che avrà un ruolo sempre più importante. A tale proposito, secondo quanto dichiarato da Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, entro il 2030 l’eolico sar...

(Adnkronos) – Nella transizione energetica l’eolico rappresenta una fonte rinnovabile e green che avrà un ruolo sempre più importante.

A tale proposito, secondo quanto dichiarato da Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, entro il 2030 l’eolico sarà in grado di soddisfare il 24% del fabbisogno energetico globale. In particolare, l’eolico offshore dovrebbe avere uno sviluppo considerevole in virtù dei vantaggi che offre sia a livello di efficienza che di minore impatto ambientale rispetto agli impianti sulla terraferma. Tra le potenzialità dell’eolico offshore, infatti vi è la possibilità di sfruttare una ventilazione più continua e stabile come quella in mare aperto, rispetto alla terraferma e quindi una fonte di energia più affidabile.

Senza contare che gli impianti eolici offshore non hanno i limiti della morfologia del territorio e, quindi, possono essere costituiti da un numero maggiore di pale e di turbine. Per contro, l’eolico offshore va incontro a costi di gestione e di manutenzione degli impianti potenzialmente più elevati. Dal punto di vista dell’impatto ambientale, il colpo d’occhio delle pale eoliche al largo delle coste è drasticamente ridotto rispetto al fatto di posizionarle sulla terraferma e ciò vale in particolar modo quando si tratta di un territorio di grande valore paesaggistico come quello del nostro Paese.

D’altro canto, bisogna pur considerare l’impatto dell’eolico offshore sull’ambiente marino in cui viene inserito un impianto. Per questo occorre particolare attenzione nella scelta delle aree dove costruire gli impianti offshore, che in generale non devono essere all’interno di aree marine protette né in altre aree preziose per le specie e gli habitat sensibili. Indubbiamente l’Italia con oltre 11 mila chilometri di coste rappresenta uno scenario ideale per lo sviluppo dell’eolico offshore, non a caso il Piano Nazionale Energia e Clima (Pniec) prevede, tra l’altro, un importante investimento in tale tecnologia con una previsione di potenza raggiungibile pari a 2 GW entro il 2030.

Un’evoluzione degli impianti eolici offshore che permette di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale marino è l’offshore galleggiante o floating offshore. Le turbine galleggianti, infatti non sono interrate nel fondale marino e dunque meno impattanti sull’ecosistema. Oltretutto, le caratteristiche morfologiche dei fondali marini italiani ben si prestano allo sviluppo di sistemi di eolico offshore galleggiante. In questo senso, il nostro Paese è al terzo posto nel potenziale mercato mondiale di tale tecnologia secondo il Global Wind Energy Council, con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore potenzialità.

In aggiunta, secondo recenti stime elaborate dal Politecnico di Torino, l’eolico offshore galleggiante ha un potenziale enorme, pari a circa il 60% del totale di energia da fonti rinnovabili. Non per nulla, diversi Paesi hanno cominciato a investire sensibilmente in questa tecnologia, mentre da noi al momento è previsto solo un incremento del 2% di potenza rinnovabile elettrica provenienti da impianti eolici offshore.