Così recita Wikipedia.
“Il termine emo (o emo-core) si riferisce ad un genere musicale inizialmente compreso all’interno del punk rock, ed è perciò considerato un suo sottogenere. Tuttavia, nella sua evoluzione più moderna, il genere include anche sonorità di tipo melodico orientate all’indie rock e all’alternative rock.” (Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Emo)
Purtroppo, come è già successo per molti altri trend musicali, anche l’emo-core delle origini è stato fagocitato dal capitalismo e vomitato sottoforma di ennesimo mastodontico music business per teenager.
Nato, dunque, come pacifico, ma duro, movimento musicale di ribellione verso la frange più violente del rock (o meglio dell’hardcore), oggi è diventato una scialba e ridicola caricatura dei travestitismi androgini stile Bowie, riassumibile in: occhi cerchiati di nero, lunga frangia sulla fronte, camicia a quadri e piercing.
Anche la musica, del resto, non è che uno scimmiottamento della originale furia, schematizzabile in “strofa con chitarre distorte-ritornello pop da picco glicemico”.
Proprio questa formula, tuttavia, ne ha sancito il successo planetario, tanto da attirare l’attenzione de Le Iene di Italia 1.
Vi lascio quindi il link al loro servizio (Le Iene – Il mondo degli emo), ma vi invito ad approfondire la questione attraverso la lettura della pagina di wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Emo) e l’ascolto di alcune delle migliori bands quali: Embrace, Sparta, Jimmy Eat World, Get Up Kids, Dashboard Confessional…