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Emergenza umanitaria nel Mediterraneo: il viaggio della nave Life Support

La nave Life Support durante un'operazione di soccorso nel Mediterraneo

Un viaggio difficile per i naufraghi soccorsi nel Mediterraneo centrale, tra speranza e sofferenza.

Il soccorso delle 34 persone nel Mediterraneo

Martedì 17 dicembre, la nave Life Support di Emergency arriverà nel porto di Ancona, portando con sé 34 naufraghi soccorsi nelle acque internazionali della zona Sar libica. Questo intervento è stato effettuato giovedì 12 dicembre, quando il team di Emergency ha risposto a una chiamata di soccorso per un gommone in difficoltà. A bordo, oltre a un minore non accompagnato, si trovavano uomini provenienti da Paesi come il Sudan e il Pakistan, colpiti da conflitti armati e crisi umanitarie.

Condizioni critiche a bordo

Durante il soccorso, i naufraghi hanno raccontato di essere partiti da Zwara, in Libia, la sera dell’11 dicembre. Al momento dell’imbarco sulla Life Support, le loro condizioni di salute erano relativamente buone, nonostante le 14 ore trascorse in mare. Tuttavia, il brutto tempo ha aggravato la situazione, con molti naufraghi che hanno iniziato a manifestare sintomi di malessere, come nausea e mal di mare. La dottoressa Virginia Gatto, presente a bordo, ha evidenziato anche i segni di disidratazione tra i soccorsi, un chiaro indicativo delle difficili condizioni in cui si trovavano.

Le difficoltà del viaggio verso Ancona

Le autorità italiane hanno assegnato il porto di Ancona per lo sbarco, ma questo comporta un ulteriore viaggio di quattro giorni in mare, aumentando la sofferenza dei naufraghi. Gli operatori di Emergency hanno espresso preoccupazione per il fatto che un Place of Safety più vicino sarebbe stato più appropriato, considerando le condizioni meteorologiche avverse. La nave Life Support, che opera nel Mediterraneo centrale dal dicembre 2022, ha già soccorso un totale di 2.451 persone, ma ogni missione porta con sé sfide e difficoltà crescenti.

Il viaggio della Life Support rappresenta non solo un atto di soccorso, ma anche un richiamo all’attenzione sulla crisi umanitaria che continua a colpire il Mediterraneo. Ogni naufrago ha una storia, una vita segnata dalla sofferenza e dalla speranza di un futuro migliore. Mentre la nave si avvicina al porto, la comunità internazionale è chiamata a riflettere su come affrontare questa emergenza e garantire la dignità e i diritti di chi cerca salvezza.