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Un quadro allarmante dell’inquinamento atmosferico
Il nuovo rapporto di Legambiente, intitolato “Mal’Aria di città 2025”, offre un’analisi dettagliata della situazione dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane. I dati raccolti evidenziano un’emergenza che non può più essere ignorata. Nel 2024, ben 50 centraline di monitoraggio in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10, le pericolose polveri sottili. Questo dato è particolarmente preoccupante, considerando che la soglia di legge per il Pm10 è fissata in 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo.
Le città più colpite
Frosinone e Milano si trovano in cima alla classifica degli sforamenti, con 68 giorni di superamento dei limiti, seguite da Verona con 66 e Vicenza con 64. Questi numeri non sono solo statistiche, ma rappresentano un problema strutturale che affligge molte aree urbane italiane. La situazione non migliora con il biossido di azoto (NO2), dove il 45% dei capoluoghi non rispetta i nuovi valori di 20 µg/mc. Le città più critiche includono Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione dell’inquinamento compresa tra il 40% e il 50%.
Prospettive future e necessità di intervento
Guardando al futuro, il rapporto di Legambiente mette in evidenza che, rispetto ai nuovi target europei previsti per il 2030, la situazione è ancora più critica. Sarebbero fuorilegge il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per il biossido di azoto. L’aria nelle nostre città continua a essere irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono lontani dai parametri che entreranno in vigore tra cinque anni. “Il 2030 è alle porte”, avverte Legambiente, sottolineando la necessità di scelte coraggiose e immediate.
Investimenti nella mobilità sostenibile
Per affrontare questa emergenza, è fondamentale investire nella mobilità sostenibile. Potenziare il trasporto pubblico e rendere le città più vivibili attraverso la creazione di spazi pedonali e ciclabili è essenziale. Inoltre, è urgente intervenire sul riscaldamento domestico e sull’agricoltura, riducendo l’impatto degli allevamenti intensivi e integrando le politiche su clima, energia e qualità dell’aria. Solo attraverso un approccio integrato e una forte volontà politica sarà possibile migliorare la qualità dell’aria e garantire un futuro più sano per le generazioni a venire.