Sono passati oltre quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, eppure il mistero che avvolge il suo destino continua a scuotere l’opinione pubblica e le istituzioni. In questo contesto, assume un peso particolare la recente audizione di Sabrina Calitti, coetanea, amica e compagna di canto corale di Emanuela presso la scuola Tommaso Ludovico da Victoria. Per decenni il suo nome è rimasto ai margini dell’inchiesta, nonostante la vicinanza alla ragazza nei giorni precedenti alla scomparsa. Oggi, finalmente ascoltata dalla Commissione bicamerale d’inchiesta, Calitti rompe il silenzio e offre una testimonianza che apre nuovi scenari su uno dei casi più oscuri della storia italiana.
La visita della Commissione d’inchiesta alla madre di Emanuela e il commento del fratello
La delegazione composta dal presidente Andrea De Priamo e dai vicepresidenti Riccardo Augusto Marchetti e Roberto Morassut, ha fatto visita a Maria Pezzano, vedova Orlandi e madre di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa nel 1983 in circostanze ancora misteriose. In un momento segnato da nuovi ritrovamenti documentali, la Commissione d’inchiesta ha voluto esprimere alla famiglia, e in particolare alla signora Maria, solidarietà e vicinanza, assicurando il massimo impegno nella ricerca della verità su Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
Secondo quanto raccontato da Pietro Orlandi, si è trattato di un incontro informale e sereno: la madre li ha accolti con calore, senza sapere inizialmente chi fossero, ma apprezzando il gesto. Nessuna domanda è stata posta, né si è trattato di un’audizione: i rappresentanti della Commissione si sono recati in casa semplicemente per manifestare la loro vicinanza, un gesto che, ha sottolineato Pietro, lo Stato italiano ha voluto compiere, a differenza del Vaticano che, anche dopo la morte del padre, non ha mai mostrato la stessa attenzione.
Emanuela Orlandi, la rivelazione della superteste e amica Sabrina Calitti
Sabrina Calitti, ex compagna di scuola di Emanuela Orlandi al coro della ‘Tommaso Ludovico da Victoria’, è stata ascoltata oggi dalla Commissione bicamerale d’inchiesta. Ha ricostruito il pomeriggio del 22 giugno 1983, giorno della scomparsa di Emanuela.
“Stavamo preparando il concerto per l’auditorium della Conciliazione avevamo le prove, noi allievi avevamo il divieto di usare l’ascensore, io ero in ritardo, salendo le scale mi sono accorta che c’era qualcuno dietro di me, era lei, anche lei era in ritardo e le ho fatto una battuta. Su quel piano c’era una cabina telefonica, lei si è fermata e mi ha detto, tu vai, devo fare una telefonata“.
Poco dopo, Emanuela si era unita al gruppo per partecipare alle prove. Calitti ha raccontato che lei prendeva lezioni di pianoforte, mentre Emanuela studiava flauto. Le lezioni erano individuali, ma successivamente tutti gli allievi si ritrovavano per la lezione di canto corale diretta dal maestro Miserachs.
“Di solito eravamo molto ligie agli orari, lei mi ha detto, io devo andare via perché ho un appuntamento, è l’ultima cosa che ho sentito dalla sua voce. Ma non mi ha detto nulla su con chi doveva incontrare, perché, eravamo solo delle ragazzine di 14 anni, impegnate per un concerto. Poi lei si è alzata e se n’è andata”, ha aggiunto.
Calitti ha poi raccontato che, terminate le prove, era uscita insieme ad altri per tornare a casa. Stava andando verso piazza Navona per prendere l’autobus su Corso Vittorio e, mentre attraversava la strada con un gruppetto di compagni, aveva notato Emanuela ferma sul marciapiede, alla fermata su Corso Rinascimento. Ricordava di aver commentato con una battuta, scherzando sul fatto che, nonostante la fretta mostrata prima, Emanuela era ancora lì ad aspettare.
La donna ha infine precisato che il rapporto con Emanuela non era particolarmente stretto: frequentavano lo stesso ambiente musicale, ma lei aveva instaurato legami più solidi con altre compagne. A suo avviso, Emanuela appariva come una ragazza piuttosto introversa e riservata, il che rendeva difficile avvicinarsi davvero a lei. Nonostante la distanza personale, la sua deposizione ha comunque permesso di ricostruire con maggiore precisione alcuni momenti del giorno della scomparsa, offrendo spunti utili per il lavoro della Commissione.