> > Emanuela Orlandi, nuovi documenti riaprono il caso: informazioni mai svelate ...

Emanuela Orlandi, nuovi documenti riaprono il caso: informazioni mai svelate dai servizi segreti

emanuela orlandi servizi segreti

Il ruolo dei servizi segreti: i documenti appena scoperti potrebbero aprire nuove piste d’indagine sul caso Emanuela Orlandi.

Il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi continua a rimanere irrisolto. Due documenti provenienti dai servizi segreti, svelati da Il Venerdì di Repubblica, portano alla luce due nuovi dettagli riguardo alla vicenda della giovane scomparsa a Roma il 22 giugno 1983, all’età di 15 anni.

La sparizione di Emanuela Orlandi e il mistero sulla sua morte

La scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, è uno dei misteri più complessi della cronaca italiana. A 15 anni, la figlia di un dipendente vaticano scomparve mentre tornava a casa da una lezione di musica a Roma. Nonostante numerose indagini e ipotesi, il caso ad oggi rimane irrisolto.

Le prime indagini ipotizzarono un rapimento, ma presto emersero teorie più complesse, collegando la vicenda al Vaticano e alla Banda della Magliana. Nel 2006, le rivelazioni di Sabrina Minardi riaprirono il caso, parlando di nascondigli e collegamenti con il Vaticano.

Minardi, durante un’intervista, rivelò che De Pedis le chiese di nascondere Emanuela, portandola prima a Torvajanica e poi a Monteverde, per poi consegnarla a un prete nel Vaticano. Pietro Orlandi, fratello della ragazza, sta dedicando la sua vita alla ricerca della verità, accusando la Chiesa e le istituzioni italiane di non fare abbastanza per risolvere il mistero.

Emanuela Orlandi, i misteriosi documenti dei servizi segreti riaprono il caso?

Il caso di Emanuela Orlandi continua a rimanere irrisolto. Due documenti del Sismi, rivelati da Il Venerdì di Repubblica, portano alla luce due elementi chiave: il presunto pagamento di un riscatto e la smentita da parte del Vaticano di aver avuto contatti con i rapitori o di aver pagato.

I documenti, risalenti a luglio e agosto 1983, rivelano informazioni raccolte da una fonte dei Carabinieri e una riunione investigativa al Vaticano. Il dossier è stato acquisito all’Archivio Centrale di Stato dopo la direttiva Renzi del 2014.

Il primo documento fa riferimento a notizie cruciali: il passaggio dell’ostaggio tra gruppi di rapitori e a un rapporto segreto inviato dall’ambasciatore italiano presso la Santa Sede e inviato ai vertici. Il secondo documento, datato 12 agosto 1983, descrive una riunione al Vaticano con le autorità investigative, durante la quale Eduardo Martínez Somalo, sostituto della segreteria di Stato, smentisce sia il pagamento del riscatto che i contatti con i rapitori, suggerendo sospetti su un rifugiato bulgaro.