Nel corso della sua lunga e gloriosa storia Roma fu governata da molti Imperatori, alcuni saggi e capaci come Augusto e Marco Aurelio, altri mentalmente disturbati e celebri più per le nefandezze commesse che per meriti politici.
Appartiene senza ombra di dubbio a questa seconda categoria Eliogabalo, eletto imperatore a soli 14 anni grazie all’ inganno della nonna Giulia Mesa, che aveva convinto i legionari di Emesa che il ragazzo fosse il frutto di una relazione incestuosa tra sua figlia Giulia Soemia e l’Imperatore Caracalla, rendendolo in tal modo l’erede ufficiale dell’Impero.
Il suo vero nome era Marco Aurelio Antonino, ma invasato dai culti orientali e in particolare da quello del dio Sole, el-Galab, al momento dell’elezione rifiutò il nome impostogli scegliento l’orientaleggiante “Eliogabalo”.
Nato in Siria nel 204, figlio del console Sesto Vario Marcello, dimostrò di possedere una personalità eccentrica e stravagante fin da piccolo; egli non era semplicemente un appassionato di cultura e usi orientali, era piuttosto un fanatico, che era solito abbigliarsi alla maniera dell’Est vestendo di seta e truccando pesantemente il viso con una pasta bianca e il rosso sulle guance.
Tra le manifestazioni più evidenti della sua caratteristica eccentricità, la costruzione dell’Eliogabalum, bellissimo tempietto fatto costruire sul Palatino affinché custodisse la grande pietra nera simboleggiante il Sole che aveva portato con sé dalla Siria: essa era di inequivocabile forma fallica.
Eliogabalo fu un erotomane pervertito, bisessuale e spregiudicato: piuttosto che occuparsi di politica preferiva passare il tempo tra orge e festini in cui ogni turpitudine era ammessa; ebbe sei mogli e arrivò a sposare un uomo, l’auriga Ierocle di Smirne.
Il giovanissimo Imperatore riuscì a distinguersi anche per la incontenibile crudeltà: il suo regno fu costellato di atroci assassinii commissionati da lui stesso, disposto a liberarsi di qualunque persona gli fosse da intralcio e costituisse un intoppo al tranquillo proseguimento delle proprie malsane abitudini private e alla realizzazione dei propri folli progetti.
Dopo solo qualche anno dall’elezione, i Romani, pur avvezzi a stranezze e prepotenze di ogni specie da parte dei governanti, non ne potevano più di sottostare alle voglie di questo adolescente scostumato che non aveva la minima capacità politica e nessuna virtù umana; nel 222, all’età di soli 18 anni, Eliogabalo fu ucciso dai pretoriani insieme alla madre, alcuni parenti e a tutti i siriani che appartenevano al suo seguito, molti dei quali erano suoi amanti.
La terribile strage, al termine della quale i corpi furono gettati nel Tevere in segno di massimo disprezzo, concludeva uno dei periodi più caotici, disordinati e negativi della storia di Roma; non sappiamo quanto la posterità abbia potuto accentuare le caratteristiche negative di questo Imperatore, ma stando alle fonti ufficiali esso venne considerato una vera e propria sciagura già dai contemporanei, che accolsero con gioia sfrenata la notizia della sua tragica fine.