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Elio Germano interpreta Berlinguer nel film presentato alla Festa del Cinema di Roma: «Era consapevole del peso della politica».

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La grande ambizione di Berlinguer: un segretario che ascolta, valorizza e si mette al servizio degli altri. Una lezione di responsabilità e impegno politico

La XIX edizione della Festa del Cinema di Roma è stata inaugurata con il film “Berlinguer – La grande ambizione”, diretto da Andrea Segre e in uscita il 31 ottobre. Elio Germano interpreta il segretario del principale partito comunista del mondo occidentale negli anni ’70. L’attore rivela: “Non ci siamo concentrati sui parallelismi con la politica attuale. Tuttavia, il tema dell’ambizione è rilevante. Ci si può dedicare alla carriera, lottando per emergere, un atteggiamento tipico della destra che ben si adatta al modello di mercato. L’alternativa consiste nel servirsi della collettività; mi auguro che questo film possa contribuire al dibattito e alla critica nel Paese, oltre a arricchire me stesso. Dobbiamo mettere in discussione l’idea che la felicità derivi dalla competizione e dall’accumulo di beni. La cooperazione porta a una vita migliore”.

Ambientato tra il 1973 e il 1978, fino all’assassinio di Aldo Moro, il film rappresenta per Germano una significativa prova attoriale. “Credo nella comunicazione non verbale dei nostri corpi. In questo caso, il corpo di Berlinguer esprimeva sensazioni di inadeguatezza, fatica e responsabilità. È stato una grande fonte di ispirazione, anche se imitare non era il nostro scopo principale”. La figura di Enrico Berlinguer ha lasciato un’impronta indelebile nella storia italiana, guadagnandosi il rispetto anche di chi la pensava diversamente. Germano conclude: “Si parla molto di leader oggi, ma è veramente la soluzione? Berlinguer era un segretario, e questa è una distinzione semantica cruciale”.

Per lui, si trattava di un approccio completamente diverso, focalizzato sull’ascolto. Era una persona che dava voce agli altri, raccogliendo le loro opinioni. Attorno ai grandi tavoli delle assemblee, emergava una varietà di prospettive, tutte valorizzate e considerate. C’era un impegno quasi sacro nel mettersi a disposizione, nel portare il peso di colui che coordina le attività. La preoccupazione di agire correttamente era sempre presente, poiché sentiva il dovere nei confronti delle persone che rappresentava. Anche questa è una nozione di responsabilità che la politica sembra aver smarrito. Questo modo di essere rifletteva valori che oggi si sono persi