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Il rinvio delle elezioni provinciali
In Sardegna, le elezioni per i presidenti e i consigli provinciali sono state rinviate di un anno, con nuove date fissate tra l’1 aprile e l’. Questa decisione è stata presa dal Consiglio regionale, che ha approvato una proposta di legge presentata dal capogruppo del Partito Democratico, Roberto Deriu, e dal consigliere di Orizzonte Comune, Lorenzo Cozzolino.
La proposta è stata illustrata in Aula dal presidente della prima commissione, Salvatore Corrias.
Il rinvio è stato motivato dalla necessità di garantire una rappresentanza adeguata ai comuni che intendono cambiare provincia di appartenenza. Infatti, durante lo stesso periodo si svolgeranno anche referendum in quei comuni che esprimeranno la volontà di modificare la propria collocazione territoriale.
Le nuove disposizioni legislative
Il testo della legge prevede la riapertura dei termini per l’accertamento della volontà dei territori interessati a far parte di una provincia o città metropolitana diversa. I comuni che non hanno già comunicato la loro decisione di ‘trasloco’ dovranno farlo entro 15 giorni dall’entrata in vigore della norma, affinché la questione possa essere sottoposta al voto popolare.
Questa misura è stata adottata per garantire che i comuni interessati possano avere una rappresentanza all’interno dell’ente provinciale prescelto, in attesa di una risoluzione a livello nazionale riguardo alle consultazioni di primo o secondo livello.
Le reazioni politiche al rinvio
La decisione di posticipare le elezioni ha suscitato reazioni contrastanti. La minoranza di centrodestra ha criticato la scelta, definendola “un’ennesima proroga” e denunciando i “soliti ritardi” nella gestione delle elezioni. Molti esponenti dell’opposizione hanno espresso la preferenza per un’elezione immediata, anche con un sistema di secondo livello, per evitare ulteriori ritardi.
Inoltre, la legge prevede anche la proroga dei commissari delle province, nominati a settembre 2024, per gestire il passaggio fino alle nuove elezioni. Questo aspetto ha alimentato ulteriormente il dibattito politico, con richieste di maggiore efficienza e tempestività nella gestione delle questioni provinciali.