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Elena Del Pozzo, qual è il movente dell'omicidio della bimba di Catania?

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Il Pm incaricato del caso della piccola Elena Del Pozzo afferma che "il movente dell'omicidio è legato a dinamiche familiari".

Elena Del Pozzo, la bambina rapita a Catania, è morta: il corpo della piccola è stato ritrovato su indicazioni della madre. Si lavora per scoprire il movente dell’omicidio.

Elena Del Pozzo trovata morta

Nella giornata di lunedì 13 giugno era stato denunciato il sequestro della piccola Elena Del Pozzo da Tremestieri Etneo, a Catania. In un primo momento, era stato riferito che la bambina era stata portata via da tre uomini armati e con il volto coperto mentre usciva dall’asilo con la madre Martina Patti. La donna, inoltre, aveva raccontato di aver visto la figlia salire a bordo di un’auto senza targa.

Dopo la denuncia presentata ai carabinieri, sono partite le indagini, con un susseguirsi di interrogatori a parenti e conoscenti, che si sono rivelati senza esito. Tuttavia, la mattina dopo le forze dell’ordine hanno comunicato di aver ritrovato il cadavere di Elena.

Il luogo del ritrovamento e le parole della madre

Stando alle prime informazioni, il luogo in cui trovare il cadavere della vittima è stato indicato dalla madre di Elena Del Pozzo. I carabinieri avrebbero rinvenuto il corpo della bambina in un campo in via Turati, a Mascalucia, distante circa 200 metri dall’abitazione in cui la piccola viveva.

All’AGI, il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha spiegato:

La donna (la mamma di Elena, ndr) stanotte ha subito un lungo interrogatorio e le erano state contestate varie incongruenze. Stamattina ha fatto ritrovare il cadavere e adesso stiamo raccogliendo le sue dichiarazioni presumibilmente confessorie.

Interrogatorio a Martina Patti: “L’ho fatto ma non so perché”

Per quanto riguarda il movente, Martina Patti non ha ancora spiegato quali motivazioni l’abbiano spinta a compiere l’atroce gesto. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, la donna è apparsa “assente e distante” mentre confermava di aver ucciso la figlia.

A proposito dell’omicidio commesso, la 23enne ha raccontato di essere andata a prendere Elena all’asilo a Tremestieri Etneo per poi ucciderla con numerose coltellate al collo e alla schiena. L’assassina ha compiuto un “orrendo crimine in maniera solitaria”, come affermato dai carabinieri che, tuttavia, non hanno ancora chiuso l’indagine. Patti, infatti, continua a non proferire parola sul movente. I militari, infatti, hanno spiegato: “È rimasta sul vago come se non si fosse resa conto di quello che ha fatto. È come se avesse detto: ‘l’ho fatto ma non so perché’”.

In merito alla confessione, si è espresso anche l’avvocato della donna, Gabriele Celesti, che ha parlato di “un interrogatorio drammatico di una donna distrutta e molto provata che ha fatto qualcosa che neppure lei pensava di poter fare, agendo come se qualcuno di fosse impadronito di lei, dimostrandosi tutt’altro che fredda e calcolatrice”.

Il penalista, poi, ha dichiarato: “Farò incontrare la mia assistita con uno psichiatra di fama per verificare le sue condizioni e dopo decideremo sulla perizia. Devo dare atto di grande correttezza ai carabinieri e alla Procura”.

Movente, ipotesi gelosia: l’affetto di Elena verso la nuova compagna del padre

Gli investigatori, però, sono convinti che il movente sia da individuare nella gelosia in quanto pare che la piccola Elena avesse cominciato a mostrare particolare affetto nei confronti della nuova compagna del padre, Alessandro Del Pozzo.

I militari, quindi, hanno precisato: “Non tollerava che vi si affezionasse anche la propria figlia. È emerso un triste quadro familiare. Dietro una gestione apparentemente serena della bambina, c’erano tensioni e liti”.

Il fattore di stress che potrebbe aver fatto scattare Martina Patti potrebbe essere stata la serata passata dalla figlia con il padre, la nuova compagna e i nonni paterni alla vigilia dell’omicidio e, soprattutto, la felicità mostrata dalla piccola Elena nel frequentare la possibile “matrigna”.