EFCNI: virus respiratorio sinciziale, più prevenzione per famiglie

Milano, 13 nov. (askanews) - Il virus respiratorio sinciziale è la prima causa di infezioni delle basse vie respiratorie nel bambino sotto l'anno di vita, un'infezione importante, che interessa bambini molto piccoli e che può causare il ricovero in un ospedale, talvolta in regime di terapia intens...

Milano, 13 nov.

(askanews) – Il virus respiratorio sinciziale è la prima causa di infezioni delle basse vie respiratorie nel bambino sotto l’anno di vita, un’infezione importante, che interessa bambini molto piccoli e che può causare il ricovero in un ospedale, talvolta in regime di terapia intensiva pediatrica, com impatti pesanti anche sulla qualità della vita delle famiglie. Per indagare proprio questo aspetto la European Foundation for the Care of Newborn Infants ha realizzato lo studio “ResQ Family”.

“L’impatto dell’infezione sul bambino – ha detto ad askanews la professoressa Raffaella Nenna dell’Università La Sapienza di Roma, membro del gruppo di studio ResQ Family di EFCNI – è molto importante, meno studiato è l’impatto sul contesto familiare. A tal fine è stato condotto dall’European Foundation for the Care of Newborn Infants, uno studio che ha convolto 138 famiglie provenienti da quattro Paesi europei. I risultati di questo studio hanno sottolineato come vi sia una scarsa consapevolezza nei confronti dell’infezione e una scarsa consapevolezza delle possibili strategie preventive, associate a un senso di colpa da parte dei caregiver che non sono stati in grado di prevenire l’infezione nel loro bambino”.

Lo studio EFCNI ha evidenziato che i bambini colpiti hanno dovuto trascorrere in media sei giorni in ospedale. Quasi tutti hanno richiesto il monitoraggio della frequenza cardiaca e della respirazione, l’80% ha avuto bisogno di ossigeno supplementare e alcuni hanno addirittura richiesto una ventilazione meccanica. Quando un bambino viene ricoverato in ospedale a causa di una grave infezione da VRS, è coinvolta l’intera famiglia e oltre il 90% dei genitori è risultato preoccupato per la salute dei propri figli.

Inoltre, sono risultati comuni sentimenti di stress, senso di colpa e solitudine.

I partecipanti italiani hanno valutato il supporto ricevuto molto peggio rispetto ai caregivers di altri Paesi: quasi uno su due ha riferito di non aver ricevuto informazioni adeguate sulle misure per prevenire future infezioni. Inoltre, più di tre quarti ha affermato di non essere stato sufficientemente informato sui servizi di supporto psicologico. La conoscenza della malattia da VRS è risultata significativamente più bassa tra la popolazione italiana dello studio: il 50% non era informato sulle misure di prevenzione disponibili.

“Nonostante sia una malattia che conosciamo da molto tempo – ha aggiunto la professoressa Nenna – ancora vi è una scarsa consapevolezza dell’infezione e scarsa consapevolezza delle strategie preventive che possono essere in grado di mitigare gli effetti anche gravi dell’infezione da virus respiratorio sinciziale”.

Gli autori dello studio mettono in luce quindi la necessità di aumentare la conoscenza sul virus e di intensificare le campagne sulle misure preventive, che sono già in fase di attuazione in molti Paesi europei.

In Italia, il ministero della Salute è attualmente impegnato per rafforzare le strategie di prevenzione e immunizzazione da VRS a tutela dei bambini su tutto il territorio nazionale.

Per maggiori informazioni: https://www.efcni.org/activities/resq-family/it/