Non sarà possibile pagare la cassa integrazione prima di maggio: è quanto sostengono i consulenti del lavoro secondo cui le banche non sarebbero pronte per anticiparla. A rivelarlo un sondaggio che ha interpellato 4.500 addetti il 91% dei quali pensa che gli assegni verranno liquidati soltanto il mese a venire.
Cassa integrazione entro maggio?
Stando ai consulenti intervistati che stanno seguendo le aziende durante l’emergenza coronavirus in atto, c’è ancora una grande differenza sull’attività delle banche del Nord e del Sud. Complessivamente in Italia sono infatti attive il 17% delle filiali. Ma se al settentrione ne sono operative il 28%, la percentuale diminuisce man mano che si scende fisicamente nella penisola. Al centro si parla infatti di un 12% e al Sud dell’11%.
Inoltre i ritardi nell’anticipazione della cassa integrazione (LEGGI COME RICHIEDERLA) non riguardano soltanto i piccoli istituti di credito ma anche quelli più grandi. Segnalazioni della mancata operatività degli accordi sono infatti giunte da più del 70% degli iscritti all’Ordine professionale.
Decine di consulenti hanno cercato di spiegare i motivi di questa lentezza. Innanzitutto secondo loro gli strumenti messi in campo per far fronte all’epidemia non sono efficaci per garantire tempi rapidi. Soprattutto perché, ha denunciato l’84% degli interpellati, non vi è un ammortizzatore sociale unico, cosa che avrebbe reso tutto più semplice, ma ve ne sono di vari ed eterogenei. Altro problema, sempre secondo la medesima percentuale di intervistati, è il fatto che la gestione di tutto il sistema di interventi è in mano ad un unico soggetto. L’Inps si è così trovato sovraccaricato e impossibilitato a dare risposte velocemente.