“In caso di emergenza, rimuovere il reggiseno”. Sarebbe piuttosto bizzarro se questa scritta comparisse negli aeroporti, nei teatri, nei centri commerciali o in qualsiasi altro posto ad alta densità di visitatori. E in effetti dubito che si arriverebbe a tanto, ma l’ultimo reggiseno lanciato sul mercato americano riassume perfettamente il concetto. La dottoressa Elena Bodnar, residente a Chicago ma di origini ucraine, ha brevettato un particolarissimo reggiseno che, al momento opportuno, può diventare una sorta di maschera antigas.
Più precisamente, il suo eBra (che sta per “Emergency bra”, reggiseno per i casi di emergenza) è composto da due coppe specificatamente studiate per adattarsi al viso come una mascherina, oltre che separabili tra loro. Ciò fa si che, in caso di necessità, l’ingegnoso indumento possa tramutarsi in ben due mascherine, una per la donna che fino a pochi secondi prima lo indossava ed una per la persona più vicina. Coprendo naso e bocca e fissandolo saldamente dietro la testa, in pochi secondi l’eBra si trasforma da oggetto di seduzione a dispositivo di protezione. A renderlo unico è proprio il materiale di cui è fatto, che permette di filtrare gli agenti contaminanti nell’aria e facilitare la respirazione.
L’idea sembra sciocca e ridicola, tanto che – nel 2009 – la dott.ssa Bodnar è stata insignita dell’Ig Nobel (leggi “Ignobel”), l’ironica caricatura dei premi Nobel assegnata ogni anno alle ricerche scientifiche “che non possono o non devono essere riprodotte”. Tuttavia, come lei sottolinea, la sua invenzione nasconde delle applicazioni pratiche non indifferenti.
Soddisfatta per il successo della sua intuizione, dapprima derisa ed ora rivalutata, ha precisato: “L’obiettivo fondamentale di un dispositivo respiratorio di emergenza è assicurare una ferma aderenza e una copertura totale”. E su questo pare proprio che il suo eBra non tradisca le aspettative. Ha poi aggiunto: “Bisogna essere sempre preparati a tutto, in ogni momento, e praticamente ogni donna indossa il reggiseno”: e anche qui, a parte un velo di allarmismo, il discorso regge.
Lei stessa racconta che l’ispirazione per l’eBra risale a quando, all’inizio della sua carriera medica, iniziò a studiare gli effetti del disastro nucleare di Chernobyl. Se entro le prime ore dall’esplosione dell’impianto, le persone avessero avuto a portata di mano delle maschere antigas, per quanto semplici ed economiche, avrebbero potuto sottrarsi allo iodio-131 (il radioisotopo altamente radioattivo che – una volta respirato – ha effetti dannosissimi sull’uomo). Questa la riflessione che l’ha spinta ad identificare un oggetto di uso comune e farne uno strumento di protezione, facilmente reperibile nei casi di emergenza. La Bodnar, inoltre, è convinta che anche durante l’attacco alle Torri Gemelle il suo reggiseno sarebbe stato perfetto per proteggere le persone dall’incredibile mole di polvere rilasciata tutt’intorno.
Rivoluzionario si, insomma, si è capito, ma come si presenta l’eBra? E quanto costa? Per ciò che riguarda il prezzo, non è eccessivo: 29,95 dollari. Anche il design esterno è curato, con un bel colore rosso brillante e una linea estetica accattivante. Del resto, non dimentichiamoci che il reggiseno deve essere prima di tutto comodo e – non neghiamolo – capace di valorizzare il décolleté. Poi può anche diventare un accessorio da moderne Rambo di città.