Nell’antica Roma esistevano diversi tipi di bacio e le differenze dipendevano soprattutto dalla natura del destinatario.
I baci d’amore veri e propri erano i basia, quelli cioè scambiati tra innamorati o amanti; i savia avevano una natura meramente sensuale essendo i baci che si davano alle prostitute; l’ osculum era invece il bacio che ci si scambiava tra parenti e avrebbe dovuto avere una valenza affettuosa.
Ma il condizionale è d’obbligo, poiché su questo tipo di bacio “alla romana” sono sorti “pettegolezzi” e aneddoti divertenti; se l’origine del nome è semplice,essendo il termine os l’equivalente della nostra bocca, non altrettanto chiaro è l’uso che se ne faceva.
Se per alcuni esso indicava solo un gesto di riconoscimento di parentela, per altri aveva un significato molto più ambiguo e rappresentava una valida scusa, ad esempio, per accertarsi che una donna non avesse bevuto vino.
Properzio (I sec. a.C.) racconta di una certa Cinzia che si serviva dell’osculum per prendersi la libertà di dare baci erotici, altrimenti proibiti; lo storico Svetonio attribuisce lo stesso “vizio” ad Agrippina, madre dell’Imperatore Nerone.