Roma, 15 apr. (askanews) – “A due anni dall’inizio della guerra, il Sudan sta vivendo la più grande crisi alimentare del mondo”. A denunciarlo è il World Food Programme (WFP), mentre il Paese si prepara a celebrare il secondo anniversario della guerra che contrappone Forze Armate sudanesi e Forze paramilitari di Supporto Rapido.
“Quasi metà della popolazione soffre di grave insicurezza alimentare. La carestia ha colpito alcune zone del Darfur e si sta diffondendo”, ha spiegato il coordinatore regionale delle emergenze del WFP in Sudan, Sean Hughes.
“Sappiamo che non è possibile fermare una carestia solo con il cibo. Serve assistenza sanitaria. Serve acqua. Servono servizi igienici. Quindi l’intera risposta deve essere adeguatamente supportata per poter invertire la rotta e arginare l’ondata di carestia”.
Secondo Unicef, il numero di bambini che hanno bisogno di assistenza umanitaria è raddoppiato, passando dai 7,8 milioni dell’inizio del 2023 agli oltre 15 milioni di oggi.
La guerra civile sudanese ha “sfollato quasi 13 milioni di sudanesi, sia all’interno che all’esterno del paese”, ha dichiarato UNHCR.
Awadiya Al-Day Ibrahim, è una sudanese sfollata, fuggita da El Obeid, a sud-ovest della capitale Khartoum, con i suoi 4 figli, :
“La nostra casa è andata a fuoco, sono riuscita a salvare solo le mie figlie e non ci è rimasto più nulla. Sono comunque grata”, ha raccontato ad Afp.
“Siamo arrivate ad Al Sinaeiya (un centro per sfollati, ndr) quando ero incinta di sei mesi e la situazione era difficile. Non avevamo niente da mangiare. Il parto è stato molto difficile perché soffro di anemia. Cerco di allattare il mio bambino, ma non produco latte. Questa è la mia realtà”.
Lunedì, inoltre, il Forum delle ONG internazionali in Sudan, di cui fa parte anche Save the Children, ha espresso “forte indignazione” per la brutale uccisione di civili e nove operatori umanitari nei campi di ZamZam e Abu Shouk e ad Al Fasher, nel Darfur settentrionale.