“Fate qualcosa, qualsiasi cosa”. Con queste parole dirette Mario Draghi ha scosso il Parlamento europeo, denunciando un’Unione paralizzata dai veti incrociati e dalle barriere autoimposte. L’ex presidente della BCE ha dipinto il quadro di un’Europa in stallo, incapace di agire mentre il mondo attorno cambia rapidamente.
Draghi avverte l’Europa: “Rischia di restare sola, serve uno Stato unico”
La vittoria di Donald Trump potrebbe aumentare i livelli di difficoltà per l’Europa? “Il rischio che l’UE resti sola sta crescendo”, ha avvertito Draghi. La soluzione? L’Europa deve comportarsi come uno “Stato unico”, superando i continui rifiuti che bloccano il progresso comunitario.
“Non possiamo continuare a dire no al debito pubblico, no al completamento del Mercato unico, no alla creazione dell’Unione del mercato dei capitali”, ha incalzato l’ex premier italiano. “Rifiutare tutto significa ammettere l’incapacità di difendere i nostri valori fondamentali”.
Il tempo stringe. Mentre l’economia europea ristagna, il resto del mondo avanza. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, Draghi prevede che l’Europa sarà “lasciata sola a garantire la sicurezza in Ucraina e nel continente”, rendendo urgente un approccio unitario alla difesa.
Draghi: “L’Europa deve investire 800 miliardi per rilanciare la competitività”
Il nodo centrale rimane il finanziamento: servono almeno 800 miliardi annui per rilanciare la competitività europea. La recente “Bussola per la competitività” rappresenta un primo passo, ma Draghi spinge per soluzioni più audaci, compresa l’emissione di debito comune – proposta che incontra resistenze tra i Paesi “frugali” del Nord.
“Non abbiamo alternative”, ha ammonito. “L’era confortevole in cui abbiamo vissuto è finita”. La difesa europea resta “vulnerabile” di fronte all’aggressività russa, mentre si profilano sfide con la Cina e possibili guerre commerciali con gli Stati Uniti.
Tra le priorità immediate, Draghi ha indicato la riduzione dei costi energetici, sottolineando che il consumo “triplicherà entro il 2030”. Ha criticato anche lo stop alle auto a benzina senza un piano adeguato per le infrastrutture di ricarica.
Alcune di queste indicazioni troveranno spazio nel prossimo “Clean Industrial Deal” della Commissione, che prevede la riduzione delle imposte energetiche e il “disaccoppiamento” tra prezzo dell’elettricità e costo del gas.
L’obiettivo è mobilitare 480 miliardi annui, sebbene al momento si tratti di risorse già previste nel bilancio UE. Il messaggio di Draghi è chiaro: l’Europa deve abbandonare l’immobilismo prima che sia troppo tardi.