Dopo aver sofferto un'enorme ingiustizia, Stasi è stato finalmente assolto.

Negli ultimi tre anni, Antonella Stasi Marrelli, ex vicepresidente della Regione Calabria e presidente del Gruppo Marrelli, ha affrontato la perdita del marito e la confisca della sua azienda agricola, "Verdi Praterie", a seguito di un'accusa di traffico di rifiuti. Dopo un periodo di difficoltà economica e la perdita di posti di lavoro, il verdetto recente ha stabilito che l'accusa era infondata. La Stasi Marrelli e il suo team sono ora pronti a riprendere il lavoro, rilanciando l'azienda nella regione, nonostante la significativa ingiustizia subita. Questa notizia rappresenta una speranza per la Stasi Marrelli, i suoi dipendenti e gli imprenditori calabresi che hanno vissuto esperienze simili.

Gli ultimi tre anni sono stati pieni di dolore per noi.

La perdita di mio marito il 2 marzo, il giorno del suo compleanno, è stata seguita dalla confisca della nostra azienda agricola a causa di un accusa di traffico di rifiuti. Ci è voluto un po’ per comprendere la gravità della situazione. L’azienda è stata strappata dalle mie mani e affidata a amministratori giudiziari; oggi è in rovina, con il suo impianto biogas non funzionante e la casearia non operativa.

Tale affermazione è stata fatta da Antonella Stasi Marrelli, ex vicepresidente della Regione Calabria e presidente del Gruppo Marrelli, alla quale appartiene la società “Verdi Praterie”, in risposta al verdetto che la ha assolta da un processo relativo a un presunto traffico illegale di rifiuti.

“La maggior parte dei media – continua Antonella Stasi – ha cercato di smantellare l’immagine di un team di 420 lavoratori e quattro decadi di operazioni in pochissimo tempo. Siamo stati costretti a licenziare diversi lavoratori e abbiamo trattenuto altri nella speranza che la situazione migliorasse. Abbiamo accumulato debiti e accumulato ritardi nei pagamenti ai nostri fornitori. Grazie alla resistenza del gruppo e delle altre imprese, siamo riusciti a sopravvivere.

Oggi possiamo finalmente respirare, dato che il giudice ha determinato che l’accusa era infondata.

Siamo pronti a metterci al lavoro, come mio marito faceva sempre, e insieme al team del gruppo, rilanciare questa parte dell’economia della nostra regione. Vorrei sottolineare, però, che abbiamo subito un’enorme ingiustizia che ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo dell’azienda.

La novità di oggi rappresenta un raggio di speranza per me, i miei ragazzi, i miei colleghi e molti uomini d’affari calabresi che hanno condiviso la mia dolorosa e distruttiva esperienza.