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Dopo 41 anni dalla scomparsa di Mirella Gregori: la sorella sarà ascoltata dalla Commissione d'inchiesta

sorella Mirella Gregori

Maria Antonietta Gregori verrà ascoltata il 9 maggio nella Commissione d’inchiesta istituita anche sulla sparizione di Emanuela Orlandi

Dopo il quarantunesimo anniversario della scomparsa di Mirella Gregori, tra due giorni, il 9 maggio, la sorella, Maria Antonietta Gregori, verrà ascoltata dalla Commissione di inchiesta sulle scomparse di Gregori e di Emanuela Orlandi.

Le parole della sorella di Mirella Gregori

Maria Antonietta Gregori racconta in una intervista a Cusano Tv Italia, i giorni precedenti alla scomparsa della sorella:

«Non vedo mia sorella dal giorno nel quale le dissi ‘ci vediamo domani quando esci da scuola’. Il giorno prima della scomparsa, durante la festicciola che mio padre e mia madre organizzarono per celebrare la ristrutturazione del nostro bar, due sconosciuti di carnagione olivastra e tratti nordafricani tentarono di fotografare Mirella. Sicuramente non erano italiani. Mia mamma se ne accorse e li allontanò in malo modo. È chiaro che l’avevano seguita e puntata».

La Commissione d’inchiesta parlamentare

Dopo mesi di rinvii stanno finalmente per prendere il via le audizioni dei familiari di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, che si terranno il prossimo giovedì 9 maggio.

E’ il primo provvedimento preso dai membri della Commissione d’inchiesta parlamentare, incaricata di indagare sulla scomparsa delle due quindicenni di cui si sono perse le tracce nel lontano 1983.

La scelta di iniziare con la convocazione dei parenti, era stata spiegata anche dallo stesso Andrea De Priamo di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione, il 20 aprile scorso:

«Il primo passo è ascoltare le famiglie. Occorre approfondire tutte le situazioni poco chiare che ci sono state negli ultimi quarant’anni, a partire dai rapporti fra Stato italiano e Stato Vaticano e il ruolo dei servizi segreti del nostro Paese».

Il racconto della sorella di Mirella Gregori dei momenti precedenti alla sparizione

«Nei giorni precedenti quel maledetto 7 maggio 1983 eravamo seguiti e pedinati tutti noi della famiglia; lo fecero per pianificare bene il rapimento. Non a caso, chi quel giorno invitò Mirella a scendere in strada, prima di citofonare aspettò che mio padre rientrasse a casa dal lavoro. Il rapitore o i rapitori di Mirella attesero almeno 10-15 minuti dopo il rientro di papà prima di citofonare. Tutto questo è confermato anche dalla testimonianza di Simona, un’amichetta di Mirella. Simona disse che qualche giorno prima erano state seguite, pedinate e poi avvicinate da una macchina a Santa Maria Maggiore».

L’invito di Maria Antonietta Gregori inoltre, è quello di non dimenticare il possibile ruolo avuto dai servizi segreti nella vicenda, come quel tizio che un mese dopo la scomparsa di Mirella si recò al bar di Sonia De Vito in via Nomentana e sentì la stessa Sonia dire:

«Lui ci conosceva, come ha preso Mirella poteva prendere anche me. Mi auguro che la Commissione parlamentare convochi anche Sonia De Vito per chiederle come andarono realmente le cose quel giorno».