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Donald Trump rimuove il capo di Stato Maggiore e il capo della Marina: tensioni al Pentagono

Donald Trump

Donald Trump avvia una rivoluzione ai vertici militari: licenziati il capo di Stato Maggiore e altri alti ufficiali. Tagli, rimpasti e polemiche scuotono il Pentagono.

Una rivoluzione senza precedenti. E’ ciò che scuote il Pentagono sotto la nuova amministrazione di Donald Trump. Il presidente ha avviato quello che gli osservatori definiscono il più drastico rinnovamento dei vertici militari nella storia recente degli Stati Uniti.

Donald Trump licenzia il capo di Stato Maggiore e altri alti ufficiali: rimpasti e polemiche

La prima testa a cadere è stata quella del generale Charles Q. Brown, capo di Stato maggiore congiunto e massima autorità militare del Paese. L’annuncio è arrivato direttamente da Donald Trump attraverso i social media, dove ha ringraziato Brown per i suoi 40 anni di servizio prima di comunicarne la sostituzione con il tenente generale in pensione John Dan “Razin” Caine – una scelta inusuale, dato che Caine non è un generale a quattro stelle.

L’ondata di licenziamenti non si è fermata qui. Il segretario della Difesa Pete Hegseth ha annunciato la rimozione dell’ammiraglio Lisa Franchetti, capo della Marina, e del generale James Slife, vice capo dell’aeronautica. Già nel primo giorno del mandato, l’amministrazione aveva rimosso l’ammiraglio Linda Fagan, prima donna a guidare la Guardia costiera americana.

Questi cambiamenti si inseriscono in un più ampio piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 5.400 impiegati civili e una riduzione del bilancio di 50 miliardi di dollari. Le decisioni hanno scatenato immediate polemiche. Il senatore democratico Jack Reed ha denunciato come questi licenziamenti, apparentemente motivati da ragioni politiche o legate a questioni di diversità e genere, “minino la professionalità delle forze armate”.

Donald Trump rimuove il direttore dell’ICE e accelera le deportazioni: nuovi centri di detenzione in arrivo

Il terremoto ha investito anche il settore dell’immigrazione. Il direttore ad interim dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement), Caleb Vitello, è stato rimosso dall’incarico per quella che Donald Trump ha definito “eccessiva lentezza nelle deportazioni”. L’amministrazione sta già pianificando un’espansione delle operazioni, con la creazione di un centro di deportazione a Fort Bliss, Texas, capace di ospitare 10.000 persone, e l’istituzione di nuovi centri di detenzione in tutto il paese. Sono state inoltre introdotte quote minime di 75 arresti giornalieri per ogni ufficio ICE.

La riorganizzazione in corso rappresenta uno dei più significativi cambiamenti nella struttura del potere militare e dell’apparato di sicurezza americano degli ultimi decenni, segnando una netta discontinuità con le amministrazioni precedenti.