Il dollaro statunitense ha toccato i massimi dal 2022, costringendo le Borse a cancellare i guadagni ottenuti dopo l’elezione di Donald Trump. La preoccupazione per una lunga pausa nei tagli dei tassi da parte della Federal Reserve sta alimentando il rafforzamento della valuta americana.
Dollaro forte spinge i rendimenti, borse in calo e impatto sul consenso di Trump
Questo fenomeno si riflette anche nei rendimenti dei titoli di Stato, che hanno registrato aumenti significativi, in particolare negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
Dollaro ai massimi contro l’euro e la sterlina, ieri, la moneta americana ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi due anni rispetto all’euro, sfondando quota 1,02. Un trend simile si osserva anche nei confronti della sterlina britannica, questa crescita è crescente per via dell’economia statunitense e dai timori di un possibile aumento dell’inflazione. Di conseguenza, gli investitori prevedono che la Fed non abbasserà i tassi d’interesse nel breve termine, rafforzando ulteriormente la moneta americana.
Dollaro e paura sui mercati: borse in rosso, Wall Street cancella i guadagni post-Trump
Wall Street azera i guadagni post-Trump, i mercati azionari hanno registrato pesanti perdite, con Wall Street che ha annullato tutti i guadagni accumulati dal 5 novembre 2016, giorno della vittoria elettorale di Trump. Anche le principali piazze europee hanno chiuso in ribasso, con Milano a -0,83%, Parigi a -0,30% e Francoforte a -0,38%.
La paura di una politica monetaria restrittiva ha spinto i rendimenti dei titoli di Stato a livelli significativi. Negli Stati Uniti, i Treasury decennali hanno raggiunto il 4,79%, un picco che non si vedeva dal 2007. In Europa, anche i rendimenti dei Bund tedeschi (2,59%) e dei BTp italiani (3,82%) sono aumentati, nonostante le aspettative di futuri tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE).