Nel grande gioco degli scacchi che riguarda il passaggio di consegne nel ministero della Cultura, l’importante ruolo ricoperto in precedenza da Sangiuliano in Rai sarà assunto da Alessandro Giuli, il nuovo ministro. Dovrà affrontare anche un dossier concernente la sua sostituzione alla presidenza del MAXXI. Non c’è stato alcun vicepresidente nominato nel consiglio direttivo corrente della fondazione, un ruolo che secondo lo statuto dovrebbe sostituire il presidente. In assenza di un presidente, lo statuto stabilisce che il membro più anziano della Fondazione assumerà le sue funzioni. In questo caso, si tratta di Raffaella Docimo, un medico dentista e una componente di lunga data dell’Associazione Amici del Maxxi e fondatrice dell’Associazione Roma per il Teatro Opera di Roma. Nonostante questo, il programma del museo nazionale per i prossimi sei mesi è stato già steso e l’operatività è assicurata dalla struttura guidata dal segretario generale e dai direttori del Museo, inclusi l’ultimo nominato direttore artistico Francesco Stocchi e la direttrice del dipartimento di Architettura e Design contemporaneo, Lorenza Baroncelli. Tutto sembra essere sotto controllo, tuttavia, c’è una questione in sospeso: lo statuto richiede che i ruoli di direttore artistico e segretario generale terminino automaticamente con la fine del mandato del presidente. Se questa clausola non venisse superata dalla validità dei contratti firmati dai direttori, che è interpretata come autentica dagli uffici del museo, la partenza di Giuli potrebbe comportare una ristrutturazione completa della struttura dirigenziale del Museo.
Il neo-ministro ha una lunga lista di problemi da affrontare, tra cui la designazione del prossimo leader e l’organizzazione complessiva del Maxxi.