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Disoccupazione a Milano: le difficoltà nella ricerca di un lavoro ben retribuito

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Rapporto CGIL Milano: il 2024 evidenzia un trend allarmante nel mercato del lavoro a Milano. I dati.

Secondo uno studio della CGIL Milano, il 2024 ha visto un preoccupante trend nel mercato del lavoro milanese. Il 60% delle perdite di posti di lavoro ha riguardato contratti a tempo indeterminato, colpendo in particolare i lavoratori over 50, che si trovano a dover ricominciare in settori diversi senza il supporto formativo necessario. Lo studio è stato realizzato attraverso il Servizio di Orientamento al Lavoro e il patronato Inca CGIL, esaminando le esperienze di disoccupazione tramite questionari e attività collettive.

Disoccupazione a Milano: la sfida per trovare un lavoro che offra un salario degno

Di fronte a questa situazione, molti ricorrono a piattaforme online per acquisire nuove competenze, ma spesso si trovano costretti ad accettare stipendi più bassi, minori tutele e una maggiore incertezza. La sicurezza lavorativa manca sempre più, mentre le aziende preferiscono contratti flessibili che, spesso, penalizzano i dipendenti.

A preoccupare, inoltre, è che la precarietà non riguarda solo i lavoratori over 50, ma anche giovani laureati in ambito STEM, che si trovano ad affrontare un mercato del lavoro insoddisfacente. Dopo aver trovato un impiego, i licenziamenti sono spesso improvvisi e i contratti temporanei.

Infine, sta emergendo un fenomeno sempre più diffuso: i contratti di somministrazione, che sono ormai presenti anche nel settore IT. In questi casi, il lavoro viene svolto a distanza e i dipendenti non interagiscono mai direttamente con il loro datore di lavoro. Questa trasformazione sta modificando le dinamiche lavorative, ma non sempre porta vantaggi ai lavoratori.

In aggiunta, un altro problema in aumento è la proliferazione dei contratti pirata, stipulati da sindacati con scarsa rappresentatività, che riducono le tutele per i lavoratori. Secondo la CGIL di Milano, dal 2015 al 2022 questi contratti sono aumentati di quattro volte, contribuendo alla crescente precarizzazione del mercato del lavoro.

Disoccupazione a Milano: i dati

I dati più recenti rivelano che tra il 1° gennaio 2023 e il 30 settembre 2024, sono stati registrati 225.872 licenziamenti a Milano e nella sua area metropolitana da contratti a tempo indeterminato, rappresentando circa il 60% del totale delle cessazioni. Di questi, oltre 7.000 provengono dalla pubblica amministrazione, un settore che un tempo garantiva maggiore sicurezza e stabilità.

Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è aggravato da un sistema produttivo che fatica ad attrarre competenze qualificate, alimentando la fuga verso mercati esteri più competitivi. Per affrontare questa crisi, si rende necessario un adeguamento delle politiche del lavoro, basato su nuove forme di partecipazione e su una revisione del concetto di condizionalità occupazionale”, dichiara Antonio Verona, responsabile dipartimento mercato del lavoro.

Le dimissioni riguardano principalmente i lavoratori sotto i 34 anni, spesso supportati economicamente dalle famiglie.

Il tasso di occupazione femminile supera la media nazionale, ma le sfide rimangono evidenti. Il 29% delle donne lavora part-time involontario, contro il 14% degli uomini, spesso per la necessità di conciliare il lavoro con la vita familiare. Oltre alla riduzione dell’orario, molte donne subiscono anche disparità salariali. In vari settori, a parità di ruolo, gli stipendi delle donne sono inferiori rispetto a quelli degli uomini, una questione ancora lontana dalla soluzione.

A tal proposito, a Milano il livello di soddisfazione lavorativa è inferiore alla media nazionale, con una diffusa insoddisfazione riguardo a stipendio e opportunità di carriera.