> > Dipingere lo spazio: Vieira da Silva alla Collezione Guggenheim

Dipingere lo spazio: Vieira da Silva alla Collezione Guggenheim

Venezia, 11 apr. (askanews) – Una protagonista dell’arte del Novecento, che partendo da Lisbona è poi approdata a Parigi e ha saputo attraversare la pittura astratta con uno stile personale e capace di rinnovarsi nel corso degli anni. La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ha inaugurato la mostra “Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio”.

“C’è una bellissima relazione tra Maria Helena Viera da Silva e il Guggenheim in generale – ha detto ad askanews Karole P.B. Vail, direttrice della Peggy Guggenheim Collection – perché infatti è Hilla Rebay, che era la consigliera artistica di Solomon Guggenheim che compra un suo quadro meraviglioso che abbiamo in mostra nel 1937 per la collezione di arte astratta e non oggettiva di Solomon Guggenheim. E poi c’è il legame naturalmente anche con Peggy Guggenheim che, come sappiamo, ha organizzato delle mostre dedicate alle donne e una di queste, molto famosa, si intitolava ’31 Women’, in cui la Vieira da Silva fu inclusa”.

La mostra racconta dell’originalità di Vieira da Silva, della sua vicinanza ai movimenti come l’informale, ma anche del suo non avere mai vissuto una adesione totalizzante alle varie avanguardie. E anche la sua pittura astratta è molto particolare.

“Le sue opere – ha aggiunto la curatrice Flavia Frigeri – si caratterizzano per un’astrazione che mischia sia astrazione con elementi figurativi, ma anche una grande ricerca dello spazio. In un certo senso lei si può descrivere come un’artista ‘architettrice’, se vogliamo. Il percorso che ho immaginato è un percorso che in realtà racconta il percorso stesso di Maria Helena Vieira da Silva, quindi è abbastanza cronologico e parte con le sue prime opere in cui sperimenta questa idea di un’anatomia dello spazio, lo scheletro dello spazio e poi si snoda attorno ad altri temi chiave, quindi i ballerini e giocatori di scacchi e e carte che sono, diciamo, una metafora esistenziale, se vogliamo, della vita”.

L’esposizione veneziana poi racconta l’esperienza della Seconda Guerra mondiale, che l’artista vive a distanza da Rio de Janeiro, e infine approda a una rappresentazione delle città che diventano quasi delle visioni, delle trame di segni e forse anche sogni, invisibili e presenti. Se per gran parte delle sale domina il colore, nell’ultima si scopre il bianco e le sue grandi possibilità. Il tutto con un’idea dello spazio che i dipinti occupano in modo quasi tridimensionale.

“Essendo un anno di Biennale Architettura – ha concluso Karole Vail – mi piaceva anche l’idea di presentare Vieira da Silva con il suo grande interesse per tutto quello che è spazio, labirinto e architettura”. La mostra, che si inserisce anche in un progetto di riscoperta di artiste donne che il museo porta avanti da anni, è aperta al pubblico alla Collezione Peggy Guggenheim dal 12 aprile al 15 settembre 2025.