Roma, 14 giu. (Adnkronos Salute) – Sanità digitale, intelligenza artificiale, telemedicina, gestione da remoto dei pazienti, wearable devices: come si applica tutto questo alla neurologia di oggi e di domani? E che sfide comporta per una disciplina che, al pari e forse più delle altre aree medico-sanitarie, ha la necessità di continuare a rafforzare il proprio ruolo nel sistema sanitario e nella gestione e presa in carico di malattie caratterizzate da un elevato grado di complessità e cronicità? Queste le domande al cuore di Digital Neuro Hub, in programma dal 13 al 16 giugno presso l’H-Farm di Roncade (Treviso), un percorso di quattro giorni di formazione qualificata, esperienziale e interattiva sulla digital health applicata alla neurologia, nato dalla partnership tra la Società italiana di neurologia (Sin) e Biogen, azienda internazionale leader nel campo delle biotecnologie.
Le finalità del programma – riporta una nota – sono in linea con il più ampio e trasversale impegno per la digitalizzazione del sistema sanitario in atto attraverso il Pnrr, la cui componente 1 della Missione Salute è specificatamente dedicata al miglioramento della presa in carico delle persone con patologie croniche, tra cui molte malattie neurologiche. Digital Neuro Hub rappresenta dunque un ulteriore strumento a supporto di una piena e concreta transizione verso il digitale, nella convinzione condivisa che la digitalizzazione sia il pilastro fondamentale per una ripresa resiliente del sistema salute dopo la pandemia che deve e può portare a un miglioramento dell’assistenza sanitaria nel suo complesso.
Digital Neuro Hub è interamente dedicato all’ampliamento delle competenze e conoscenze in rapporto all’innovazione tecnologica, con l’obiettivo ultimo di migliorare la salute e la qualità di vita di chi vive con malattie neurologiche croniche e complesse. Un compito di fondamentale rilevanza, soprattutto considerando che, secondo le stime più recenti , ben il 43% della popolazione mondiale è interessata da disturbi neurologici (percentuale pari a circa 3,4 miliardi di individui) e che l’impatto di queste malattie a livello globale ha superato quello delle patologie cardiovascolari. Si tratta del primo summit che porta alla Certificazione in Neurologia Digitale: al termine del percorso tutti i partecipanti dovranno sostenere un esame per ottenere un’attestazione basata su un sistema di standard oggettivi e internazionalmente riconosciuti (Iso).
Quattro giorni di incontri, talk e workshop che riuniscono i principali esperti di digital health e neurologia del nostro Paese, per delineare un percorso comune verso un nuovo paradigma per il sistema salute, analizzando le possibilità e leve che il digitale offre per migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria da parte di chi vive con malattie neurologiche complesse. "Sono convinto che la digitalizzazione della neurologia rappresenti l’unica possibile soluzione per garantire a cittadini e cittadine una presa in carico efficiente e sostenibile in presenza di disturbi neurologici, che sappiamo essere particolarmente complessi da gestire – spiega Alessandro Padovani, presidente di Sin – Digital Neuro Hub ha proprio l’obiettivo di formare i neurologi e le neurologhe di oggi e di domani, per fornire loro le competenze necessarie per concretizzare i vantaggi del digitale. Si tratta di un’opportunità, quella fornita dalla digitalizzazione in sanità, che la neurologia in particolare deve essere pronta a cogliere".
Digital Neuro Hub, oltre a definire in modo programmatico e strutturato i requisiti che i neurologi devono acquisire per un corretto utilizzo degli strumenti digitali – si legge – mira a sviluppare un vero e proprio manuale operativo per chi si interfaccerà con queste nuove tecnologie. Un programma quindi che porterà sviluppi tangibili, con un approccio che evidenzia le necessità concrete di applicazione del digitale nella pratica clinica e in generale nella presa in carico delle persone con malattie neurologiche. Il tutto ponendosi in continuità e dialogo con l’operato di Agenas, che nel suo ruolo di Agenzia nazionale per la sanità digitale, ha proprio l’obiettivo di rendere diffuso e uniforme sul territorio nazionale l’utilizzo del digitale, facilitando la presa in carico e la deospedalizzazione e potenziando la qualità delle cure di prossimità.
"Insieme a Biogen, attraverso il programma Digital Neuro Hub, abbiamo deciso di investire nel futuro della disciplina, coinvolgendo innanzitutto i giovani specialisti, i neurologi e le neurologhe di oggi e di domani – spiega Padovani – Si tratta di un’azione concreta volta a fornire loro le competenze e gli strumenti necessari per introdurre e consolidare le innovazioni nell’ambito della e-Health e dell’intelligenza artificiale nella propria attività, rapportandosi efficacemente e rimanendo inseriti nell’ecosistema complesso della Neurologia in Italia e nel mondo".
"Come azienda che, da oltre 40 anni, è pioniera nel campo delle neuroscienze, siamo assolutamente consapevoli delle complessità a livello scientifico, clinico ma anche gestionale e organizzativo che caratterizzano le malattie neurologiche. E proprio per questo riteniamo che la neurologia possa rappresentare un esempio paradigmatico, un modello da seguire anche per altre discipline medico-sanitarie – sottolinea Giuseppe Banfi, Amministratore Delegato di Biogen Italia – Il programma Digital Neuro Hub, sviluppato in partnership con Sin, testimonia il nostro impegno nel favorire l’adozione, da parte di tutti gli attori coinvolti nel mondo della neurologia, di un approccio multidisciplinare e sempre aperto al dialogo e all’ampliamento della conoscenza e delle competenze all’interno della comunità scientifica".
"Dare accesso ad una formazione aggiornata, esperienziale e interattiva ai giovani protagonisti della neurologia è un modo per rispondere ai bisogni delle persone che vivono con disturbi complessi e spesso cronici, accogliendo le loro esigenze di oggi e preparando i professionisti a rispondere alle loro necessità di domani. Un obiettivo che risponde perfettamente alla nostra missione come azienda, mettere la scienza al servizio dell’umanità" conclude.