Roma, 5 mar. (Adnkronos) – Il piano Rearm Europe va modificato “perché non risponde alla necessità di avere una difesa comune europea e perché rischia di essere una risposta solo militare al tema politico del protagonismo dell’Unione. In sintesi: nelle relazioni internazionali l’Unione europea non c’è, e col piano di Von der Leyen continua a non esserci. Manca la politica”. Lo dice Andrea Orlando ad HuffPost.
"Il tema vero è quale politica europea mettere in campo rispetto a una nuova soggettività che si fonda sulla dimensione militare. Se Putin e Trump dialogano tra loro, non possiamo limitarci a rimpiazzare con un aumento di spesa l’allontanamento di un alleato come gli Usa. (…) L'Unione europea si candida o no a costruire un nuovo ordine mondiale? Limitarsi alla sostituzione in corsa delle armi statunitensi, dentro lo stesso schema, è un punto di ambiguità che viene subito al pettine".E quanto all'Ucraina osserva: "Ma davvero noi pensiamo che la guerra in Ucraina possa proseguire, con gli Stati Uniti che si sfilano e noi che rendiamo evidente che un modello di difesa europeo non è maturo?".
Sul progetto Rearm Europe il gruppo dei socialisti europei è diviso. Non temete di finire isolati? "Io capisco la posizione della Spagna e di altre forze socialiste al governo che contano, in una fase in cui c’è necessità di politiche espansive, nella possibilità di scomputare una parte delle spese militari già sostenute. Ma non per questo penso che le forze politiche, nella loro autonomia, non debbano lavorare perché il piano sia modificato. Siamo sicuri che in tutti i paesi europei non si apra una discussione anche nei partiti socialisti? Peraltro, già il primo comunicato della capogruppo al parlamento di S&D evidenza alcune criticità della proposta di Von der Leyen".
Quanto alla piazza del 15 marzo a cui Giuseppe Conte ha detto non verrà perché, dice, non si può manifestare per il riarmo, Orlando replica: "La piazza del 15 marzo non sarà per il riarmo, ma per il protagonismo dell’Europa alla quale il Pd crede. Questa Europa non è all’altezza, ma senza ci rimettiamo a una situazione in cui dominano gli imperialismi. Per questo indichiamo una prospettiva più articolata di quella che oggi l’Europa riesce ad esprimere. A questa prospettiva dovrebbe concorrere anche Conte. Questo è il limite della sua posizione: non può essere contro il piano di riarmo perchè è bellicista, ma non rendersi conto che un sistema di difesa europeo è centrale, così come il protagonismo dell’Unione. È un aspetto centrale nei rapporti tra Pd e M5s, ed è un punto che dobbiamo assolutamente approfondire".
Lei crede che Conte sia filoputiniano? "Non affibbio patenti di putinismo a nessuno, anche perché qualche buontempone ha avuto l’ardire di darla anche a me che credo di essere che credo di essere stato uno dei pochi esponenti politici italiani ad andare a Minsk a manifestare contro Lukashenko. Ma del resto l’hanno data persino al papa. Di sicuro non prendo lezioni dalla destra. Se da noi si discute, nel centrodestra ci sono posizioni così diverse da essere inconciliabili".
C’è anche un certo trasversalismo. Ieri Giorgia Meloni ha detto a Matteo Salvini ‘sembri uno del Pd’… "In questo gioco di specchi il problema è che non si capisce chi vuole essere Meloni, se la protagonista della costruzione europea o la cheerleader di Trump".