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Un’assemblea per il cambiamento
Nel cuore di Roma Est, il quartiere di Quarticciolo ha visto la partecipazione di centinaia di cittadini a un’assemblea pubblica, un evento che ha messo in luce le preoccupazioni e le speranze di una comunità che desidera un futuro migliore. Le parole d’ordine, “Fermiamo lo sgombero dell’ex questura”, risuonano forti tra i partecipanti, che si oppongono al decreto del governo e al commissario incaricato di riproporre il controverso modello Caivano come soluzione per il quartiere. La comunità si è unita per rivendicare il diritto a un cambiamento positivo, ma non a qualsiasi costo.
Il modello Caivano: una ricetta da rifiutare
Il modello Caivano, spesso citato come esempio di riqualificazione urbana, è visto con scetticismo dai residenti di Quarticciolo. “Tutti vogliamo che il Quarticciolo cambi in meglio e che non sia più ostaggio dei traffici che ci sono in questo momento”, affermano gli organizzatori dell’assemblea. Tuttavia, la preoccupazione principale è come avverrà questo cambiamento. Molti temono che l’approccio del governo possa portare alla cancellazione di presidi sociali fondamentali per la comunità, come palestre, doposcuola e ambulatori popolari, che rappresentano un punto di riferimento per i cittadini.
Durante la maratona oratoria, i partecipanti hanno ricordato l’importanza delle attività sociali che animano il quartiere. Questi spazi non solo offrono servizi essenziali, ma fungono anche da luoghi di aggregazione e supporto per i residenti. La palestra, ad esempio, non è solo un luogo dove fare sport, ma un ambiente in cui i giovani possono socializzare e crescere. Allo stesso modo, il doposcuola rappresenta un’opportunità per i bambini di ricevere aiuto nei compiti e di sviluppare competenze fondamentali. L’ambulatorio popolare, infine, è un servizio vitale per garantire l’accesso alla salute per tutti, specialmente per le fasce più vulnerabili della popolazione.
In questo contesto, la comunità di Quarticciolo si unisce per difendere il proprio patrimonio sociale e culturale, chiedendo un intervento che non distrugga ma valorizzi le risorse esistenti. La lotta per il futuro del quartiere è solo all’inizio, ma la determinazione dei cittadini è chiara: non si può sacrificare il benessere della comunità per un modello che non tiene conto delle reali esigenze dei residenti.